È automatico: non appena ascoltiamo una canzone che ci piace, istintivamente iniziamo a canticchiarla e, spesso, a muovere il capo o le spalle seguendone il ritmo. Anche i nostri bambini lo fanno: quante volte, fin da piccolissimi, li abbiamo visti ballicchiare ogni volta che ascoltano della musica? Tante, scommettiamo.
Stabilito che la musica ci attrae in maniera istintiva, sappiamo anche dire con esattezza quando iniziamo ad adottare certi comportamenti? Presto, molto presto.
I ricercatori dell’Institut Marqués, clinica ginecologica di Barcellona, hanno dimostrato che un feto di sole 16 settimane è in grado di ascoltare i suoni, se arrivano per via intravaginale, e perfino di muovere le labbra e la lingua in reazione a quanto percepito. Un video messo a punto proprio dalla squadra di ricercatori catalana dimostra tutto questo, immortalando un feto che sembra cantare sulle note della Partita in A minore di Bach.
Babypod: facciamo ascoltare al nascituro la nostra musica preferita
Per dimostrare la loro teoria, gli scienziati hanno creato Babypod, un dispositivo che potremmo definire “speaker vaginale”, da inserire “all’interno” della futura mamma come fosse un tampone e collegare a un iPhone. Questo particolare aggeggio, creato dalla dottoressa Marisa Lopez-Teijón, coordinatrice del gruppo di scienziati che ha messo a punto la ricerca, sta avendo un grande successo tra le gestanti che vogliono far ascoltare ai propri nascituri la loro musica preferita stimolandone l’udito che, evidentemente, inizia a funzionare prima di quanto si pensasse fino a questo momento. Il dispositivo emette suoni a un’intensità di 54 decibel: per intenderci, quella di un bisbiglio.
Quella di fare ascoltare della musica al bambino nel pancione non è certo una novità, dato che non poche donne in dolce attesa lo fanno già, poggiando delle cuffie sul ventre. Seguendo questa modalità, però, i ricercatori non hanno riscontrato nel bambino movimenti degli arti né della bocca o della lingua, così come avviene quando la musica arriva al feto attraverso la vagina. Ciò perché il suono, a differenza di quanto avviene per via esterna, non si disperde nell’ambiente ma viene indirizzato in maniera più precisa.
Al di là dell’emozione che può generare il video che mostra i movimenti del feto in reazione alla musica, la scoperta porta con sé delle potenzialità interessanti: quelle di riuscire a diagnosticare precocemente eventuali problemi di sordità nel nascituro.
Largo alla musica, dunque!
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Che tristezza