I papà sono sempre meno monocromatici, qualcuno potrebbe dire che non sono più monolitici. Ma in quest’ultimo caso darebbe l’idea negativa di mancanza di una stabilità passata, un punto di riferimento, un punto di appoggio. Un bello scoglio su cui aggrapparsi. Ma a uno scoglio, ahimè, non è così piacevole stare abbracciati.
Al contrario, la mia idea di non essere monocromatici ha solo un valore positivo. Mi vengono in mente quelle belle stecche di matite di tanti colori, messe una accanto all’altra in ordine di sfumatura, con le quali, ad essere capaci, si potrebbe disegnare tutto il mondo.
I papà di oggi hanno tante sfumature. Forse troppe, direbbe qualcuno che vorrebbe modi di essere più definiti. Forse colori troppo sfumati, direbbero altri che preferiscono colori più decisi.
Alcune volte per un papà sembra quasi naturale assumere diverse sfumature, perché rappresentano la ricchezza di ogni relazione umana. Altre volte, invece, sembra terribilmente difficile. Appare troppo complesso da far capire a un bambino piccolo, che il proprio papà riassume in sé così tanti aspetti insieme. Sarebbe più facile, probabilmente, scegliere solo un ruolo, o due, e comportarsi di conseguenza.
Ma la vera sfida è farsi vedere attraverso le tante sfumature che fanno parte di noi stessi. Perché, in realtà, essere un papà, come una mamma, implica avere diversi aspetti e sarebbe un peccato perderli.
Come se un arcobaleno, per pigrizia, per comodità o per facilità, volesse essere di un solo colore.
Così, agli occhi di un figlio, il proprio papà potrà apparire come:
- quello che si prende cura di lui, facendogli il bagnetto o vestendolo la mattina,
- quello che detta le regole e le fa rispettare,
- quello che gli asciuga la lacrime per una sbucciatura che guarirà presto,
- quello che si mette a giocare insieme a lui come se fosse uno dei suoi amichetti,
- quello che gli insegna cose nuove,
- quello con cui esplorare il mondo e vivere esperienze nuove,
- quello che gli fa capire che ci sono dei limiti,
- quello che lo fa sorridere con le sue facce buffe,
- quello che lo fa ridere a crepapelle quando si sfidano al solletico,
- quello che lo fa piangere perché dice “Questo no”,
- quello che lo sgrida quando non si comporta bene,
- quello che lo abbraccia e lo fa sentire al sicuro,
- quello che può sollevarlo fino al cielo, sembrando l’uomo più forte del mondo,
- quello che qualche volta ha mal di schiena e non può neanche prenderlo in braccio…
- … quello che fa le magie perché sembra uno ma è tanti papà insieme.
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