L’autunno per molti bambini, oggi, non significa più solamente ritornare a scuola, ma anche ricominciare a praticare una delle numerose attività extracurriculari svolte nel corso dell’anno precedente, lezioni di musica e allenamenti sportivi su tutti.
Lo sport fa bene: lo sappiamo. Il bambino non solo migliora le proprie capacità atletiche e fisiche, ma anche impara a porsi degli obiettivi, a stare in un gruppo e socializzare.
Spesso, in questi giorni, molte mamme e papà si chiedono quale sia il miglior sport per il proprio bambino: uno di squadra o uno individuale, quello che permetta di sviluppare queste o quelle capacità, sono solo alcuni dei quesiti che sorgono spontanei.
Altre volte, più o meno inconsciamente, tendiamo a influenzare le scelte dei nostri piccoli: magari per quello sport che abbiamo praticato noi per primi e che crediamo sia il migliore; oppure quell’altro che ci è rimasto nel cuore e di cui avremmo voluto tanto divenire fuoriclasse, ma non è andata proprio così.
Dunque, le variabili in gioco sono davvero numerose, ma molte volte quello che passa in secondo piano è il fine primario per cui un bambino dovrebbe esercitare sport, soprattutto quando sia molto piccolo. Cioè svolgere un’attività che lo faccia sentire felice e bene.
Si rivelerà, naturalmente, inutile far praticare al bambino delle attività che non ama o non apprezza, finendo per detestare lo sport in maniera totale, con il rischio di provocare un effetto boomerang.
Almeno nelle attività di svago, nell’età evolutiva, lasciamo ai nostri figli la libertà: di giocare, di divertirsi, di appassionarsi e di crescere senza mille paletti, finché ne hanno la possibilità.
Avranno tutto il tempo per diventare dei campioni, fra corsi intensivi pre campionato, competizione e agonismo non mancheranno di certo occasioni, ma non ora: la migliore idea è di riservarle al futuro.
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