Lentamente, ma in continua crescita, gli acquisti alla spina stanno diventando una valida alternativa per molti italiani: si acquista solo quello che si consuma, senza ogni volta dover sostenere il costo dell’imballaggio e generare un nuovo rifiuto.
Come si suol dire, si prendono due piccioni con una fava: si riduce il volume di rifiuti prodotti – peraltro inutili – e si contiene il costo dell’acquisto, non dovendo pagare ogni volta la confezione.
In Italia, stanno prendendo sempre più piede: uno dei primi prodotti sbarcati in questo mercato è stato il latte crudo, con appositi punti di distribuzione, dove gli interessati possono portare da casa il contenitore (in genere una bottiglia di vetro) e acquistare il latte ad un prezzo più competitivo di quello del supermercato.
Più recentemente, si sono diffuse le casette dell’acqua che distribuiscono acqua naturale e frizzante, sempre incentivando la riduzione dei rifiuti (portando da casa le bottiglie) e, in entrambi i casi, fornendo un prodotto a km zero.
Nel tempo, siamo stati gradualmente abituati a portare la sporta da casa, per non dover ogni volta acquistare i sacchetti per la spesa, ma l’ultima frontiera è quella di incentivare sempre di più la diffusione di erogatori alla spina dei vari prodotti. Dalla pasta ai legumi, dalle caramelle ai detersivi è sempre maggiore la quantità di prodotti disponibili che riducono la produzione di rifiuti.
Oltre alle apposite casette, anche la grande distribuzione sta incominciando ad accogliere questa canale distributivo, dando alla clientela un’offerta personalizzabile, più competitiva e di minor impatto ambientale.
Acquistare alla spina, quindi, è una soluzione che nel futuro sarà vantaggiosa per tutti: produttori, consumatori e ambiente.
Ben vengano tutte le sinergie così orientate che possano trasformare un momento di consumismo in una maggiore consapevolezza da parte di tutti.
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