Prima o poi arriva, state pure tranquilla: la terribile fase dei “perché”, che non risparmia nessuno, genitori, parenti e amici. In questa fase, il bimbo osserva con attenzione il mondo che lo circonda e chiede spiegazioni su come funziona.
“Mamma, guarda piove! Mamma, ma perché piove?”
“Perché le nuvole sono cariche di acqua.”
“Mamma, perché le nuvole sono cariche di acqua?
“Perché l’acqua evapora dai mari, dai laghi e dai fiumi e si raccoglie tutta nella nuvola. Quando è troppa l’acqua ritorna sulla terra sotto forma di pioggia. Ecco perché piove.”
“No mamma, non è vero! Il nonno ha detto che sono gli angeli tutti in fila che fanno la pipì.”
Questo racconto di vita di una mamma, tratto da un forum on line dedicato ai bambini, descrive in maniera simpatica uno dei momenti più delicati che attraversano i bimbi durante la loro vita, la “fase dei perché”.
Cosa s’intende per “fase dei perché”
È un periodo della vita del bambino che ha inizio intorno ai 2-3 anni di età. In questa fase, il piccolo osserva la realtà che lo circonda, interroga chi gli sta vicino e allo stesso tempo, sviluppa maggiormente le sue proprietà di linguaggio.
L’importanza di essere genitori sinceri
La sincerità è significativa nel rapporto che intercorre tra genitore e figlio. Le bugie possono confondere il bambino e questo può mettere in dubbio l’autorevolezza del genitore.
Rispondere in modo semplice e chiaro
La chiarezza e la semplicità sono degli elementi chiave quando si deve comunicare con un bimbo. Tener conto della sua età è indispensabile.
Le domande, infatti, saranno diverse nei primi anni e man mano che crescerà, vorrà conoscere sempre di più, toccando degli argomenti più complessi.
Affrontiamo la “fase dei perché” serenamente
Per i genitori che sono sottoposti a continue domande da parte del loro piccolo, superare questo periodo in modo sereno non è sempre semplice. Il bimbo, infatti, non si accontenta più di una risposta secca e frettolosa, ma vuole approfondire l’argomento.
Le motivazioni di questo comportamento sono varie: una reale curiosità, un modo per mettere in pratica le sue conoscenze linguistiche e allo stesso tempo, una maniera per attirare l’attenzione dei genitori. È normale che una madre e un padre sottoposti a una continua e insistente serie di “perché” (che possono essere anche un centinaio al giorno) ad un certo punto alzino gli occhi al cielo disperati.
I genitori dovrebbero affrontare questo periodo con gioia, magari invertendo i ruoli e facendo loro stessi delle domande al piccolo, aiutandolo così a sviluppare le sue capacità intellettive.
La “fase dei perché” si conclude intorno ai 5 anni, ma questo differisce da bambino a bambino. I bimbi sono delle piccole menti in crescita che iniziano a scrutare con attenzione un mondo che noi “grandi” crediamo di conoscere bene, anche se, le loro domande ci lasciano spesso senza parole.
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