Oggi siamo abituati a vedere il corpo della donna nudo sbattuto sulle pagine dei giornali, danzante sui tavoli in TV, fotografato in tutti i modi e spalmato abbondantemente sui social. Ma se si tratta di postare foto di mamme che allattano, il social network più popolare, si parla di oltre 500 milioni di utenti, Facebook, cala la scure della censura.
Eppure le foto di belle donne, giovani e succinte, girano tranquillamente.
La cosa non dovrebbe stupire, Facebook detesta il nudo e la pornografia. Frase ironica.
Ultimamente sono molte le mamme che partecipano attivamente alla promozione dell’allattamento materno, anche oltre i sei mesi e, per portare avanti la loro battaglia, postano foto sul proprio profilo mentre allattano il proprio bambino. Ovviamente non entriamo nel discorso dell’opportunità o meno di postare foto di minori, questo merita un capitolo a parte, ma la libertà d’azione, purché non violi le regole del buonsenso e del buon gusto, dovrebbe essere garantita nella vita reale come in quella virtuale.
Il problema è che Facebook non censura a priori tutte le foto sull’allattamento. Ci sono dei parametri che inducono lo spietato logaritmo a catalogare una foto con l’etichetta della pornografia. Infatti, se il capezzolo è visibile, anche in parte, trattasi di nudo, se non lo è, trattasi di allattamento.
Ecco spiegato il perché della censura di numerose immagini che, in realtà, non hanno nulla a che vedere col nudo o con la pornografia, ma sono l’espressione più alta dell’amore materno.
In questo periodo di caccia alle streghe, chi decide di allattare in modo naturale il proprio cucciolo è ancora visto come un sessantottino figlio dei fiori, trascendentale e simpatizzante della New Age.
Apparire con un bel biberon invece non suscita polemiche o scalpore. Ecco dove ci ha portati questa società moderna, ma non troppo, figlia del marketing e al soldo delle lobby del baby food.
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