Talvolta può succedere che un bambino perda la capacità di esprimersi a parole: questo è il sintomo di un grande stress emotivo che prende il nome di mutismo selettivo.
Cos’è il mutismo selettivo?
Nell’ultima versione del DSM (il manuale di riferimento per i disturbi mentali) non compare più il vecchio termine “elettivo” associato al mutismo. Fino a pochi anni fa, infatti, si riteneva che questa problematica dipendesse da una decisione consapevole della persona che ne soffriva.
Solo in tempi più recenti, invece, si è deciso di tramutare il nome in “selettivo” perché chi ne è colpito è vittima della sua incapacità di esprimersi verbalmente.
Quindi, i bambini che, in circostanze specifiche, cessano di parlare non lo fanno in modo volontario ma sono bloccati da una condizione di forte stress. Uno studio recentemente condotto dall’Ido di Roma (Istituto di Ortofonologia), inoltre, ha evidenziato che il mutismo selettivo non solo è un fenomeno in aumento ma che si presenta sopratutto in risposta alla fobia scolare.
Ma perché proprio a scuola? Secondo gli psicologi, l’ambiente scolastico è un luogo particolarmente ansiogeno e l’essere continuamente sotto osservazione da parte degli insegnanti, che tentano di stimolarli in tutti i modi a parlare, non fa che cronicizzare il disturbo.
Cosa fare se il bambino smette di parlare?
Innanzitutto è necessario ricordare che il mutismo selettivo è quasi sempre una condizione transitoria.
Quindi, partendo da queste premesse, gli esperti consigliano di trattare il fenomeno offrendo ai bambini una strategia di comunicazione diversa da quella verbale, come la scrittura o il disegno. Si è notato, infatti, che permettere ai bimbi di interagire con gli altri in maniera alternativa non prolunga il mutismo ma, al contrario, lo inibisce perché si riduce lo stress che lo ha provocato. Ciò avviene perché il mutismo selettivo è soprattutto un modo per il bambino per evitare l’ansia di parlare e, forzandolo, non si fa altro che aggravare la situazione.
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So che è un argomento serio ma giusto per sdrammatizzare un po’…fatemi fare una battuta: chiamare Checco Zalone!