Epilessia e bambini: come riconoscerla e affrontarla

L’epilessia è una malattia neurologica che affligge circa l’1% della popolazione, con un’incidenza maggiore nei bambini. Nel 60% dei casi, infatti, si manifesta prima della pubertà, entro i 13-14 anni, con possibili conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio e ricadute sociali.

L’epilessia è una patologia che fa ancora molta paura e spesso si tende a volerla nascondere per colpa dei pregiudizi che le ruotano intorno. Molti non sanno però che questa malattia si può tenere sotto controllo e che, in molti casi, regredisce spontaneamente nella pubertà

Cos’è l’epilessia e come riconoscerla

L’epilessia è una patologia che colpisce un bambino su 200 e si origina a livello cerebrale. Ciò che caratterizza la malattia è un’attività anomala dei neuroni: come sappiamo, le cellule neuronali ricevono e conducono il segnale nervoso attraverso scariche elettriche.

Quando questa risposta elettrica è eccessiva, avvengono le cosiddette crisi epilettiche o convulsive. Le crisi epilettiche propriamente dette devono avere un carattere di frequenza e ripetitività: una o più crisi sporadiche non devono condurre immediatamente alla diagnosi di epilessia.

Nei bambini, ad esempio, talvolta può accadere che durante una febbre molto forte possano sopraggiungere le convulsioni: ecco, in questo caso non si tratta di epilessia ma solo di convulsioni febbrili.

A young woman with a sick crying baby

In ogni caso è sempre bene avvisare il pediatra che potrebbe richiedere al bimbo di sottoporsi a esami più approfonditi (elettroencefalogramma, TAC, RMN, indagine genetica).

Sintomi di una crisi epilettica

I sintomi di una crisi epilettica dipendono dalla parte del cervello coinvolta. Se la crisi interessa solo una metà del cervello, si parla di crisi focale o parziale. In questo caso, il bambino potrebbe non perdere coscienza e avere sintomi come allucinazioni, tremori o convulsioni localizzate. Se invece la crisi coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali, si parla di crisi generalizzata. In questo caso, il bambino perde coscienza e può avere convulsioni, cadere a terra o avere altri sintomi più gravi.

Alcune crisi epilettiche sono precedute da segni premonitori, come un senso di déjà vu, di paura o di euforia, oppure alterazioni sensoriali (visive, uditive o olfattive).

Durante una crisi complessa, il bambino potrebbe apparire sveglio ma non essere consapevole di ciò che sta succedendo e manifestare comportamenti insoliti, come eseguire movimenti simili alla masticazione, schioccare ripetutamente le labbra, correre, muovere in maniera incontrollata gli arti, urlare, emettere suoni senza senso, piangere o ridere in maniera incontrollata. Questi sintomi in genere non durano più di uno-due minuti.

Dopo una crisi, il bambino può sentirsi stanco e assonnato. Questa sensazione si manifesta anche dopo le crisi generalizzate.

Oltre ai sintomi già descritti, è importante prestare attenzione anche ad altri segnali che potrebbero indicare un’epilessia infantile, come nausea, sudorazione eccessiva o pallore.

Cosa fare durante una crisi epilettica

Quando un bambino ha una crisi epilettica, la priorità principale è garantire la sua sicurezza. Prima di tutto, è essenziale allontanare eventuali oggetti pericolosi dalla zona circostante e mettere qualcosa di morbido, come un cuscino o una felpa, sotto la testa del bambino per proteggerla da eventuali urti.

È consigliabile girare il bambino sul fianco sinistro durante la crisi per facilitare la respirazione e ridurre il rischio di soffocamento da saliva o vomito.

Durante la crisi, è utile osservare la sua durata e i sintomi per poter fornire informazioni al medico in seguito ed p fondamentale rimanere calmi e cercare di rassicurare il bambino dopo la crisi. Se la crisi epilettica dura più di cinque minuti, se il bambino ha difficoltà respiratorie o se si verifica una seconda crisi subito dopo la prima, è necessario chiamare immediatamente l’ambulanza.

È importante inoltre sapere cosa NON fare durante una crisi epilettica:

  • Non cercare di trattenere il bambino: i suoi movimenti non sono volontari e potrebbero causare lesioni a lui o a te.
  • Non mettere nulla in bocca al bambino: potrebbe mordersi la lingua o soffocare.
  • Non cercare di fargli bere o mangiare: potrebbe inalare il cibo o le bevande.

È fondamentale informare tutte le persone che si prendono cura del bambino, inclusi insegnanti e babysitter, su come gestire una crisi epilettica.

Intervenire correttamente durante una crisi epilettica può proteggere il bambino e ridurre il rischio di complicazioni. E’ importante ricordare che il bambino non è in grado di controllare i suoi movimenti durante la crisi, che solitamente termina da sola entro pochi minuti.

Epilessia infantile: come si combatte?


Nel trattare l’epilessia infantile, l’obiettivo primario è ridurre la frequenza delle crisi epilettiche, possibilmente fino a fermarle del tutto. Questo traguardo è spesso raggiunto attraverso terapie farmacologiche, personalizzate in base all’età e al tipo di epilessia.

I farmaci, somministrati sotto forma di compresse, sciroppi o supposte, devono essere assunti secondo dosaggi e orari specifici. A volte è necessario monitorare tramite analisi del sangue e delle urine se il farmaco raggiunge la dose terapeutica desiderata e se sta provocando effetti collaterali.

Circa il 60% dei bambini sperimenta una significativa riduzione delle crisi epilettiche con la prima terapia farmacologica. In un ulteriore 10% dei casi, si può osservare una regressione delle crisi cambiando trattamento.

Di solito, dopo uno o due anni senza crisi, si interrompe la terapia per valutare la possibile ricomparsa dei sintomi. Si considera che l’epilessia sia risolta quando il paziente non ha avuto crisi per almeno 10 anni e non ha assunto anticonvulsivanti negli ultimi cinque.

Gli antiepilettici possono comportare effetti collaterali come torpore, problemi di fegato o midollo osseo, eruzioni cutanee, disturbi gastrici e perdita di appetito. Se gli effetti collaterali sono significativi o se le crisi non sono controllate con farmaci diversi (cosa che accade in circa il 30% dei casi di epilessia infantile), possono essere considerati approcci alternativi come interventi chirurgici o l’impianto di dispositivi che influenzano i segnali nervosi.

In alcuni casi, si può prescrivere una dieta chetogenica, ricca di grassi e povera di carboidrati, poiché si ritiene che i chetoni prodotti possano influenzare il passaggio dei segnali tra i neuroni. Tuttavia, il meccanismo preciso di funzionamento non è ancora completamente compreso. Anche se alcuni studi mostrano una riduzione delle crisi epilettiche e un miglioramento dell’umore in alcuni bambini che seguono questa dieta, solo pochi smettono completamente di soffrire di epilessia. L

a dieta chetogenica può causare effetti collaterali come nausea, stipsi, diarrea e perdita di peso, e spesso è difficile da seguire per molti bambini. Dato il limite di dati a lungo termine, si suggerisce generalmente di interrompere la dieta dopo circa due anni, considerando la ripresa solo se aumenta la frequenza delle crisi.

Da dove proviene l’epilessia e come affrontarla

L’epilessia dipende da diversi fattori, ma nella maggior parte dei casi è dovuta a una predisposizione genetica o a lesioni cerebrali più o meno estese, non sempre facili da individuare.

Nel primo caso, la malattia regredisce spontaneamente con il sopraggiungere della pubertà, nel secondo, invece, la patologia non guarisce del tutto ma può essere tenuta sotto controllo attraverso dei farmaci specifici che spesso permettono al paziente di vivere una vita normale.

Purtroppo esistono ancora troppi pregiudizi sull’epilessia anche all’interno dello stesso ambiente medico. Molti piccoli pazienti, ad esempio, possono tranquillamente praticare il loro sport preferito ma spesso si vedono negato il rilascio del certificato d’idoneità e ciò non fa che ripercuotersi sulla loro sfera sociale.

Per questo motivo è indispensabile una maggior informazione attorno a questa malattia: famiglia, scuole, ma anche operatori sanitari.

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Un commento

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  1. Mia sorella ne soffre….ha avuto una crisi quando era piccola e dopo 14 anni di assenze di crisi epilettica ecco che ritorna….non è vero che scompaiono nella pubertà. …la malattia rimane ma con le cure dovute si possono limitare …tra i miei parenti ho altri due casi di epilessia….