Davvero un genitore non può arrendersi? Davvero deve sempre sottostare ai diktat della società e dei “giudici di famiglie altrui”? Sono solo le colpe dei padri a ricadere sui figli oppure i figli sono persone autonome e adulte che prendono decisioni e sbagliano indipendentemente dall’educazione data dai genitori?
Mi pongo spesso delle domande nell’educare mia figlia, che ora ha solo 4 anni ma che molto presto -il tempo vola- sarà adolescente e poi donna; prenderà le sue decisioni indipendentemente dai miei consigli, com’è giusto che sia. Spesso mi dico che io cerco di fare il meglio per lei, ma poi basta una sola compagnia sbagliata per distruggere anni di lavoro.
Il difficile mestiere del genitore adottivo
La storia che ancora una volta mi ha fatto riflettere è quella di due genitori adottivi che con un ragazzo problematico, dopo anni di tentativi nell’aiutarlo, non accettano la fidanzata né tantomeno la gravidanza di lei.
Ora se questo fatto potrebbe essere difficile da gestire per un genitore naturale, ancora di più deve esserlo per un genitore adottivo. Le parole per spiegare bene questo concetto me le presta Gramellini: “Se il mestiere di genitore rimane il più difficile del mondo, quello di genitore adottivo lo è un po’ di più. Già decidere di diventarlo è una scelta che mi ha sempre commosso. Prendersi cura ogni giorno di un essere umano in difficoltà che non è carne della tua carne: se non è questo, l’amore incondizionato!”
Il genitore deve saper dire “basta”
Ma sebbene due genitori amino tanto il proprio figlio, sono davvero costretti a subirne tutte le decisioni? Spesso diamo molte opportunità ai nostri figli per cercare di recuperare un errore, una situazione un rapporto, ma poi arriva un punto in cui necessariamente è importante saper dire basta: “Adesso è al ragazzo che tocca smentire la diffidenza dei genitori con una serie ininterrotta di comportamenti maturi, magari innescati dalla nascita del figlio. Sono sicuro che loro non aspettano altro che riconoscere di essersi sbagliati.” conferma Gramellini.
L’unica riflessione sensata è questa: chi può giudicare l’operato di una famiglia senza sapere cosa si cela al suo interno e le esperienze vissute da ognuna delle persone che la compongono? Giudicare un altro genitore non fa di noi genitori migliori.
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