Dopo questa notizia probabilmente molte donne lavoratrici vorranno trasferirsi in Islanda. In quest’isola felice (mai termine fu più appropriato come in questo caso) il governo ha infatti stabilito l’obbligo per le aziende, con più di 25 dipendenti, di dimostrare la parità di retribuzione tra uomini e donne, ovvero erogare lo stesso stipendio sia agli uomini che alle donne.
Promotore di questa iniziativa è stato Thorsteinn Viglundsson, ministro per l’uguaglianza e gli affari sociali, che ha accolto il grido di protesta delle donne islandesi, che nel mese di ottobre hanno lasciato il posto di lavoro alle 2:38 contro la differenza salariale. In Islanda infatti le donne islandesi guadagnano in media dal 14 al 18% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. Un sistema simile esiste anche in Svizzera e nel Minnesota, ma l’Islanda è il primo paese al mondo a richiedere la certificazione della parità salariale alle aziende.
Islanda, un paese “rosa” per favorire lo stesso stipendio fra professionisti
L’Islanda si conferma sempre di più un paese “al femminile”, poiché sono molte le misure adottate a beneficio delle donne. Tra queste l’aumento delle partecipazioni femminili nei comitati governativi e nei consigli di amministrazione.
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Aari Rusiti
A me Islanda piace come posto ( la visto solo dalle foto). La non c’è il caldo ammazzante …