Ci sono dei bambini speciali. Oggi usare la parola diverso sembra brutto perché le si da un’accezione negativa, mentre diverso è bello, se inteso come straordinariamente unico. Così sono quei bambini che manifestano i sintomi della sindrome di Asperger, una forma di autismo particolare, definito autismo ad alto funzionamento e che non va a compromettere la qualità della vita se si interviene per tempo.
Chi sono i bambini con Asperger
I bambini con Asperger sono bambini normali con delle peculiarità. Talmente normali che sovente la sindrome non viene nemmeno diagnosticata. Quindi di cosa si tratta?
Di comportamenti che, fino a oggi, sono stati definiti “caratteriali“, quindi come caratteristiche di una persona. Per esempio la difficoltà a socializzare, a seguire degli schemi sociali, come uscire da scuola in fila per due composti e in silenzio. Ma i bambini con Asperger sono estremamente intelligenti: secondo uno studio, pare che il loro cervello “giri” 4 volte più velocemente del normale.
Abili in matematica, nelle materie logiche e negli schemi, hanno invece difficoltà di movimento, a cogliere l’ironia, l’umorismo e, appunto, la socializzazione.
A che età si diagnosticano i bambini con Asperger
Questa sindrome viene diagnosticata per lo più attorno ai 5-6 anni perché, appunto, è quasi asintomatica. Molti genitori, ma anche i pediatri, sono propensi a definire determinate problematiche come caratteristiche caratteriali e quindi non si rendono conto che invece vi sono dei problemi più seri. Mozart stesso, pare, sia stato un bambino con Asperger.
Se da un lato è giusto studiare soprattutto metodologie didattiche per bambini BES (con bisogni educativi speciali) e ancor più quando ottengono le certificazioni, come nel caso dei bambini dislessici, è anche altrettanto giusto chiedersi come sia possibile che nel giro di un cinquantennio i bambini con questa sindrome siano 1 su 250 e siano in aumento.
Facilità nel appiccicare continuamente etichette o il problema si nasconde altrove? Non lo sappiamo, resta il fatto che si devono prendere queste caratteristiche peculiari e identificarle come qualità, non come deficit.
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Gigliola Milani
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