Di recente ho notato che nel web quando si scrive qualcosa che sfiora anche solo lontanamente l’ego di una mamma, scherzando su alcune caratteristiche comuni, alterando quello che è la quotidianità materna con un pizzico di fantasia ed ironia, con lo scopo appunto di divertire e qualche volta anche riflettere (sì, lo so non è detto che sempre ci si riesca) c’è sempre qualche mamma che si offende a morte.
Come se fosse sotto attacco la sua stessa essenza. Come se il ruolo materno fosse messo seriamente in discussione e dovesse essere difeso a tutti i costi.
“Mia figlio è la cosa più bella del mondo, e rappresenta la più grande delle felicità!”
È questo, in genere, il succo della risposta, come se qualcuno avesse mai messo in discussione una verità del genere, come se non fosse così anche per tutti genitori, compresi, udite udite, anche noi padri.
Quando però lodiamo le mamme (io l’ho fatto diverse volte e con sincerità), quando noi padri riconosciamo i pregi, le fatiche, i grandi sacrifici che tutte voi portate avanti ogni giorno, queste donne non hanno alcuna difficoltà a salire sul piedistallo che è stato messo sotto i loro piedi e asserire “È tutto vero!” “Sante parole”.
Più raro (anche se c’è qualche eccezione) dopo un elogio del genere, trovare risposte come:
“No guarda, grazie per tutto quello che dite ma esagerate, noi mamme siamo molto più normali di quello che si dice o scrive…”
Perché dunque queste mamme (e più in generale queste persone) sentono così forte il bisogno di difendersi? Cosa è stato messo in dubbio?
La risposta, a mio modesto parere, è nel modo in cui si vedono e si percepiscono.
Educati ad un’infanzia forse troppo rigida e troppo severa queste madri o questi padri si sentono messe in discussione e reagiscono cercando di dimostrare la loro perfezione.
“A me questo non accade, io non sono così! Quello che dite è falso!”
È come se non fosse loro concesso il diritto di commettere errori.
Non possono sbagliare.
Cosa che è ovviamente falsa.
Tutti sbagliano. Fa parte del processo della vita.
Ma non sapendo ridere dei propri difetti (ecco la mancanza di autoironia), scatta immediato un forte senso di colpa.
Ecco vorrei di dire a queste mamme (e padri), che forse si arrabbieranno molto perché mi sto permettendo di metterle in discussione e addirittura di dare loro un consiglio, specie in un contesto del genere dove regnano sovrane, che è importante sviluppare quanto prima un senso dell’ironia.
È importante che lo facciano non solo per sé stesse ma soprattutto per i loro figli, perché, a mio parere, saper ridere di sé stessi e dei propri difetti è una qualità essenziale della vita.
L’autoironia permette di alleggerire e sdrammatizzare sia le nostre preoccupazioni che quelle di chi ci è vicino.
Sorridere sui nostri limiti e sui nostri difetti equivale ad accettarsi per quello che si è, concedendo a sé stessi e agli altri il diritto di sbagliare.
Il diritto di avere delle paure. Il diritto di essere imperfetti.
Ed in tutto questo, credetemi care mamme, c’è più umanità e verità di qualsiasi altra cosa.
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