“Mamma ho mal di pancia!”.
Dietro questa frase possono celarsi tanti disturbi: da una leggera stipsi, a una gastroenterite, a un picco di stress, fino ad un’appendicite o un disagio emotivo e psicologico.
Quando però parliamo di patologie a carico dell’apparato digerente, non dobbiamo tralasciare la possibilità che si tratti di sindrome del colon irritabile: una patologia gastrointestinale che colpisce circa il 15% dei bambini e adolescenti in età scolare.
Sintomi e cause della sindrome del colon irritabile
Il primo, inequivocabile, sintomo della sindrome del colon irritabile è un diffuso e frequente dolore addominale, accompagnato da un secondo campanello d’allarme, come un’assidua altalena della salute del bambino tra periodi di stipsi e fenomeni di diarrea.
Le cause di questa patologia possono essere numerose: da un riflesso fisico di un disagio emotivo, ad un’alterazione della flora batterica fino a disordini dietetici e bassa tollerabilità a particolari alimenti, detti FODMAP.
Come curare la sindrome del colon irritabile
Il primo passo, per identificare con certezza la natura della patologia, è quella di affidarsi ad uno specialista per analizzare la situazione.
Se la diagnosi emersa sarà sindrome del colon irritabile, niente paura mamme: questo disturbo è curabile con una dieta specifica e un piano terapeutico.
La prima regola è quella di aumentare la quantità di fibre nell’alimentazione del bambino per regolarizzare la sua attività intestinale, e parallelamente ridurre la quantità di lattosio ingerita.
Per ripristinare la flora batterica, poi, è importante iniziare una terapia a base di fermenti lattici e probiotici, come per esempio il Lactobacillo GG.
Infine, la dieta va modificata per ridurre l’apporto dei sopra citati FODMAP:
- Disaccaridi: come latte, gelato e yogurt
- Monosaccaridi: come mele, pere, miele, cibi ad alto contenuto di fruttosio
- Polioli: come prugne, funghi, cavolfiori e dolci senza zucchero
- Oligosaccaridi fermentabili: come frumento, segale, orzo e legumi
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Karine Zakar
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