Chi sono i late talkers? Sono quei bambini che hanno un linguaggio ritardato.
Ecco l’identikit del bimbo che ha problemi di linguaggio, e quando (e se) è necessario rivolgersi ad uno specialista.
Identikit del late talker
Il bimbo soggetto a linguaggio ritardato, solitamente, capisce tutto ciò che gli viene detto, ma non è in grado di esprimersi in modo appropriato per la sua età. Prendiamo ad esempio un bambino di 2 anni: a quest’età il suo vocabolario dovrebbe comprendere almeno 80 parole e dovrebbe essere in grado di formulare piccole associazioni di parole e frasi.
Possiamo parlare di late talker quando il bimbo non conosce più di 50 parole ed ha difficoltà ad associare le parole o a comporre piccole frasi. Questi bimbi, invece di iniziare a parlare intorno ai 21 mesi, iniziano, di solito dopo i due anni, tra i 24 e i 30 mesi. A volte anche più tardi. Se per alcuni questo ritardo sfocia poi in disturbi specifici del linguaggio, per altri si risolve spontaneamente.
Le statistiche, comunque, ci tranquillizzano: solo il 15% dei bimbi di 2 anni è un late talker, e solo il 3 o 4% sviluppa dei disturbi specifici.
Quando serve il logopedista?
Nella maggior parte dei casi, quindi, ci troviamo davanti ad un semplice ritardo. Se, superati i tre anni, il bimbo non parla per niente e fatica a comprendere delle semplici frasi e istruzioni, allora potrebbe rendersi necessario l’intervento del logopedista. È proprio da questa età in poi, infatti, che si può diagnosticare un disturbo del linguaggio.
Un deficit nella capacità di esprimersi potrebbe derivare da problemi come mala occlusione dentale o iperattività, che rendono necessaria la presenza di uno specialista che sappia come affrontarla. Mamme, se il vostro bimbo fatica a parlare, perciò, non allarmatevi ma tenete comunque sotto controllo la situazione.
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