Il bilinguismo infantile è sempre più diffuso nella società odierna, poiché sta diventando sempre più eterogenea. Molti genitori, però, si chiedono se davvero per i bambini il bilinguismo sia davvero un vantaggio. Qual è la risposta della scienza?
Il bilinguismo infantile nella nostra società
Il bilinguismo è una condizione del tutto normale in paesi in cui esistono almeno due lingue ufficiali ed è un fenomeno che diffonde sempre più nei nuclei familiari in cui i genitori hanno lingue madri diverse, infine nelle famiglie di immigrati. I bambini che crescono in questi contesti si abitano ben presto a passare da un idioma all’altro, a seconda dei casi.
Ma il bilinguismo infantile è davvero un vantaggio per i bambini? Da genitori preoccupati per lo sviluppo cognitivo e il rendimento scolastico dei propri figli, è del tutto lecito chiederselo. La voce più autorevole in capitolo, cioè la scienza, spiega molto bene i vantaggi del bilinguismo infantile.
Cosa dice la scienza sul bilinguismo infantile
Essere bilingue è un vantaggio per un bambino?
La risposta della scienza è assolutamente sì. L’apprendimento delle lingue è più veloce quando avviene nei primi anni di vita e non confluisce negativamente sulla capacità di esprimersi dei bambini. Due lingue non creano confusione, anzi. I bambini iniziano ad imparare i vocaboli già prima di essere capaci di parlare e, avendo a disposizione due termini diversi per indicare lo stesso oggetto, riescono ad avere una percezione maggiore della differenza tra forma e contenuto. Così allenati fin da subito, i piccoli bilingue sono già ben disposti all’apprendimento di terza e quarta lingua, ma anche alla lettura e alla scrittura.
Il vantaggio del bilinguismo è anche più “umano”: le persone abituate da piccole a parlare diverse lingue accettano più facilmente l’esistenza di opinioni e punti di vista differenti dai propri. Un giorno, saranno anche signori e signore attempati ben più svegli e attivi degli altri!
Si può star tranquilli, dunque: prima i bambini imparano diverse lingue e meglio è!
Solo in un caso questo può non essere un beneficio: se questo fa del bimbo un membro di un gruppo ristretto, che non si integra e resta ai margini della società.
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I pareri in tema di plurilinguismo sono davvero tanti e purtroppo le mamme che ne parlano con scetticismo, lo fanno spesso per “sentito dire” o perchè “all’amica di un’amica è successo che…”. Io sono immensamente a favore del crescere bilingui fin da dentro la pancia, ammesso che sia qualcosa di naturale e spontaneo per mamma e papà. Prima di essere “più chance nel mondo lavorativo”, una lingua è Vita. La lingua parlata con i figli, che sia una sola per tutta la famiglia o una per genitore, è viva. Una lingua è emozioni e mondi che i genitori trasmettono ai figli e come tali la cosa più importante è secondo me, che il tutto avvenga con infinita serenità e naturalezza. Le costrizioni o il volere che nostro figlio sappia una seconda lingua “meglio di noi” portano invece a mio parere a stress e ansia da prestazione, sia nei genitori che nei bambini. Poi come in ogni cosa, temo non esistano ricette perfette e che ogni bambino reagisca a modo suo agli stimoli che riceve. Certo è, come dice anche l’articolo, che un ambiente positivo favorisca l’apprendimento di una seconda lingua. Al contrario un ambiente ostile (che sia a casa o nella società), può rendere tutto più difficile. Auguri e coraggio a tutte le mamme e papà alle prese con questi dilemmi :) ci sono un sacco di libri e giochi che possono aiutarci! Se vi interessasse qualche titolo, non esitate a contattarmi in privato (e NO, non sono libri scritti da me :D).