Si infiamma nuovamente la guerra senza esclusioni di colpi tra genitori vaccinisti e genitori antivaccinisti.
Da Roma giunge una storia che fortunatamente ha avuto un lieto fine, ma accende nuovamente i riflettori sull’argomento vaccini. Protagonista di questa vicenda è Silvia, una mamma 39enne che ha rischiato di perdere il figlio per un morbillo.
La storia di Silvia, la mamma no-vax (non per scelta)
Silvia è una mamma no-vax “sui generis“, in quanto ha detto no ai vaccini ma non per una scelta personale. La donna non era stata vaccinata da bambina perchè il vaccino per il morbillo ai tempi non era obbligatorio, e in età adulta non aveva pensato alle possibili complicazioni derivanti dal contrarre la malattia. Alla 32esima settimana di gravidanza però Silvia ha iniziato ad accusare sintomi come stanchezza e febbre, e poiché la situazione non migliorava i medici hanno dovuto ricorrere al taglio cesareo. Silvia aveva contratto il morbillo, ed il bambino doveva nascere quanto prima per evitare complicazioni.
Il figlio Nathan vivo per miracolo
Silvia ha partorito Nathan, dichiarato fuori pericolo dopo 27 giorni. La donna invece avrà bisogno di 3 mesi per riprendersi completamente. Se Silvia avesse contratto il morbillo qualche settimana prima forse Nathan non ce l’avrebbe fatta. La cosa migliore è sempre rivolgersi a consulenti professionisti per avere nozioni sui vaccini, e non affidarsi ad un’informazione priva di basi scientifiche ed empiriche.
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