Io insieme a mio figlio sono cresciuta.
Non tanto, eh, non del tutto. Non quanto avrei voluto, ma molto di più di quanto avrei mai sperato.
Quando sono rimasta incinta, nonostante fossi alla soglia dei trent’anni, ero una ragazza giovane, precaria nel lavoro e molto convinta di aver già capito tutto.
Sia chiaro, anche oggi, dopo quattro anni, sono una ragazza, giovane e precaria, ma diventare mamma mi ha portato a fare un viaggio, a volte terribilmente difficile che, per forza di cose, ti obbliga a crescere. Un viaggio dentro me stessa, ma anche un viaggio attraverso quelle che erano le mie certezze, i miei punti fermi, le mie convinzioni e le mie ambizioni. Che sono state sradicate, centrifugate e sputate fuori nuove di zecca. E che sono continuamente in divenire.
Prima di essere mamma pensavo di essere padrona della mia vita, pensavo di sapere quelli che erano i miei limiti e soprattutto ero convinta di averne davvero pochi di limiti. Pensavo di avere chiaro in mente cosa fosse giusto e cosa sbagliato e che questo mio pensiero fosse intoccabile. Sapevo cosa volevo, cosa non volevo e avevo, secondo me, tanto da insegnare e poco da imparare. Soprattutto pensavo che un bambino non avesse assolutamente nulla da insegnarmi.
Poi è nato mio figlio e ho dovuto imparare a guardare il mondo con occhi del tutto nuovi.
La verità è che quando una donna diventa madre deve imparare a vivere una seconda volta. Tutto daccapo. Dall’inizio. Come all’inizio ha imparato a respirare, poi a piangere, poi a camminare così deve imparare di nuovo la vita un pezzettino alla volta.
Deve imparare a fare le stesse cose di prima, ad essere ancora se stessa, a godere delle sue passioni e a combattere le sue nevrosi. Deve farlo daccapo, con maggiore forza per non perdersi dentro questo nuovo ruolo, ma per renderlo parte di lei. Una parte del tutto. Deve imparare che gli equilibri non sono mai immutati e che ci si sposta di continuo, si impara sempre e non c’è un unico modo per farlo.
La verità è che quando una donna diventa madre deve imparare a fare tutto quello che faceva prima, ma in modo diverso. Spesso tenendo per mano suo figlio. E tenendo per mano suo figlio una donna, quando diventa madre, cresce di nuovo, ancora un po’, giorno dopo giorno, insieme al suo piccolo. Cresce studiando e imparando il mondo dall’inizio, scardinando ogni sua convinzione e costruendone di nuove, modificando i suoi pensieri che, ora, non sono più perfetti e finiti ma “in costruzione”.
Perché se c’è una cosa che i figli sanno fare benissimo, oltre a mettere in discussione tutte le certezze che avevamo prima del loro arrivo, è darci gli strumenti per capire che nella vita non si smette mai di crescere, di imparare, sia da figli che da genitori, perché c’è sempre un punto di vista nuovo, magari più basso del nostro che riesce a farci vedere pezzettini di mondo che, dalla nostra altezza, quella di un adulto, noi non riusciamo più a cogliere.
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