Mentre Babbo Natale ha evitato per secoli di finire sotto la lente impietosa di pedagogisti e psicologi, la tradizione americana dell’elfo sulla mensola (Elf on the Shelf) non è stato altrettanto fortunato. Fin dalla sua comparsa, avvenuta ormai più di dieci anni fa (anche se da noi è un fenomeno più recente e meno conosciuto), il simpatico aiutante di Babbo Natale tutto vestito di rosso è finito nel radar di più di un esperto di psicologia infantile, venendo bocciato.
L’elfo sulla mensola può causare disagio psicologico
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dopo la pubblicazione della fortunata favola dell’elfo sulla mensola, molti genitori entusiasti lo hanno adottato come membro della famiglia. Sul web si trovano mille e più idee su come costruirlo, quali nomi dargli e posti divertenti in cui nasconderlo. Peccato che, dietro a questo entusiasmo che, forse, ha contagiato più i grandi che i piccini, ci siano decine di esperti che sono insorti contro questo apparentemente innocuo personaggio. Perché è accaduto ciò?
Secondo gli psicologi e i pedagogisti, l’elfo sulla mensola potrebbe creare ansie e pressioni ingiustificate sui bambini. Per un mese si sentiranno costantemente osservati da questo personaggio che li spia, avranno paura di toccarlo perché se no se ne andrà e saranno obbligati a cercarlo ogni santo giorno, per ben 24 giorni. Non sono mica pochi!
Che dire poi del ruolo genitoriale? Secondo gli esperti, da questa storia ne esce parecchio ammaccato, dal momento che abbiamo bisogno di un guardiano di stoffa per educare i nostri bambini.
Non solo gli esperti dicono “No” all’elfo
Dietro alla sfilza di genitori entusiasti, che ogni anno rispolverano con orgoglio il loro “Elf on the Shelf”, ce ne sono decine che lo odiano con tutto il cuore, sostenendo che abbia rovinato il Natale dei loro figli.
Tra di essi c’è Matt Pelc: anche lui e la moglie, qualche anno fa, hanno deciso di adottare un elfo di nome Missy. Per un mese, la simpatica aiutante di Babbo Natale ha fatto divertire le sue figlie, specialmente la maggiore, con i suoi comportamenti buffi. La bambina, però, si è talmente affezionata all’elfo da aver pianto a causa della sua scomparsa per tutto il giorno di Natale. Matt e la moglie, l’anno seguente, si sono visti costretti a confessare alla figlia che l’elfo non era reale, facendolo ritornare e consentendole di tenerlo con sè.
Una tradizione nata per gioco, per far divertire i bambini, si è così trasformata in un trauma che la piccola si porterà dietro per tutta la vita, insieme alla consapevolezza che i genitori le hanno mentito.
Voi, cosa ne pensate? Vi piace l’idea di adottare un elfo sulla mensola o trovate questa tradizione natalizia dannosa?
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