Grazie ad una recente ricerca compiuta presso il Dipartimento di Psicologia generale all’Università di Padova è diventato possibile capire come percepiscano il mondo i bambini dislessici. Questa importante scoperta permetterà di aiutarli in modo più efficace.
Percezione locale VS. percezione globale nei bimbi dislessici
Lo studio condotto dal ricercatore Sandro Franceschini e dal suo gruppo di lavoro e pubblicato dalla rivista scientifica Scientific Reports ha permesso di scoprire che nei bambini con dislessia la percezione globale si manifesta solo successivamente a quella locale. In pratica si può dire che i bambini dislessici percepiscano prima i dettagli del mondo che li circonda (percezione locale) e solo successivamente le caratteristiche d’insieme, ovvero quelle più grossolane (percezione globale). I bambini dislessici per osservare il mondo, al contrario della maggior parte degli altri, usano prima l’emisfero sinistro del cervello e solo secondariamente quello destro.
La strada per la prevenzione e la riabilitazione della dislessia
Questa rivoluzionaria scoperta apre nuove porte per ridare il sorriso al gran numero di bambini che soffrono di questo disturbo neuroevolutivo che si manifesta con difficoltà nella lettura ma che si ripercuote sull’intera vita dell’individuo con effetti emarginanti anche a livello sociale. Ora che è noto il funzionamento degli emisferi celebrali nei bambini dislessici è possibile, prima di tutto, eseguire una diagnostica molto precoce in modo da intervenire tempestivamente: i soggetti che presentano fin dai 4-5 anni questa alterazione della percezione sono gli stessi che alla scuola primaria manifesteranno disagi nella lettura.
Oltre alla diagnosi che anticipa i sintomi, lo studio – nato in collaborazione anche con l’Università di Bergamo – permetterà di sviluppare dei programmi di riabilitazione per attenuare le difficoltà nella lettura. Si è notato, infatti, che questa disfunzione dell’emisfero destro può essere migliorata attraverso dei trattamenti di tipo visivo, con utilizzo di specifici videogiochi che portano a sviluppare prima la percezione globale poi quella locale. Dunque gli interventi non saranno solo di tipo linguistico, come è accaduto sino ad ora, ma si concentreranno più concretamente sulla percezione stessa del bambino che soffre di dislessia.
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