Ancora una volta la pedagogia made in U.S.A. viene in aiuto alle famiglie, alle neo-mamme e papà che nei consigli di pedagogisti e psicologi infantili cercano le modalità nelle quali maturare il proprio comportamento nel relazionarsi con i figli nel momento in cui insorgono i problemi.
Una delle ultime novità, in tema con la pedagogia infantile, porta il nome de “la sgridata da un minuto“, un’efficace atteggiamento grazie al quale non concedere al bambino dubbi sull’amore provato per lui anche dopo un sonoro rimprovero.
Mamme e papà, non abbiate paura di sgridare i vostri figli!
Rimproverare i figli fa parte dell’educazione, ma i sensi di colpa? Accade a tutti ed è perfettamente normale: dopo una sgridata nei confronti dei propri figli, di qualunque età, ma soprattutto individuabile nelle fasce minori dell’evoluzione del carattere (parliamo soprattutto di bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni), il senso di colpa s’insinua strisciando come una vipera velenosa, generando rimorsi nei genitori.
“Avrò fatto bene a sgridarlo?” “Penserà che il mio amore per lui ora è diminuito?” Domande legittime che generano insicurezze: fortunatamente la pedagogia e la ricerca psicologica in ambito educativo vengono in aiuto di genitori che in queste contingenze specifiche provano sentimenti colpevoli nei confronti dei figli dopo la classica ramanzina.
È quindi possibile sgridare il bambino sicuri che non sorgeranno come causa/effetto atteggiamenti di dubbio nei confronti dell’amore che si prova per lui?
Certamente, e il metodo studiato dallo psicologo infantile, professor Gerard E. Nelson, oggi sta amplificando il suo valore divenendo progressivamente valido supporto sia nelle famiglie che nelle scuole. Il nome originario del metodo proposto dal professor Nelson è “The one minute scolding“, letteralmente traducibile in “la sgridata da un minuto” e si propone di far cambiare atteggiamento ai genitori durante il momento dell’educazione più forte e sostenuta, appunto, la sgridata.
Le basi scientifiche della “sgridata da un minuto”
È scientificamente provato che l’attenzione del bambino, la focalizzazione dei concetti, in ogni contesto, è molto breve e ciò diminuisce nei tempi soprattutto nell’età più tenera. Quindi, di conseguenza, è perfettamente inutile sgridare con lunghe sequele concettuali il bambino, il quale recepisce solamente la prima parte della ramanzina, ne focalizza le motivazioni e fa tesoro delle parole, anche esposte con enfasi, solamente nel primo minuto di ascolto. Il resto è scientificamente provato essere superfluo.
Meglio quindi non sprecare troppe parole e emozioni e concentrare in quel fatidico minuto le proprie motivazioni nel porre di fronte il bambino le proprie responsabilità, ai motivi che vi hanno condotto a rapportarvi lessicalmente con lui alzando la voce in una sgridata anche enfatica. Il professor Nelson ribadisce il suo concetto dimostrando che allo scadere del minuto inizia nel bambino una naturale reazione psicologica che lo porta quasi a “spegnere l’audio”. Quindi, se non avete espresso le vostre motivazioni nei fondamentali sessanta secondi nei quali riceverete l’attenzione anche concettuale del bambino, la sgridata risulterà essere perfettamente superflua e non pedagogicamente utile al fine di ottenere futuri miglioramenti del bambino.
A tal proposito, continua il professor Nelson, è perfettamente inutile focalizzare episodi passati: soffermatevi sull’accaduto e in quel minuto animato esponete le vostre motivazioni con fermezza e decisione.
Il video della settimana
Barbara Armanni 💓💓💓💓
Grazie :-) letto stamattina :-) in un minuto bisogna sclerare non di più ahahahah
Ahhahahhahhahahahhahhahahhahahhahahahha