Il MIUR ha diffuso di recente i dati relativi all’anno scolastico 2016-2017 in riferimento agli istituti di ogni ordine e grado e, dall’annuale focus sul mondo dell’istruzione, è emerso che sono 254mila gli alunni italiani interessati da Disturbi Specifici delll’Apprendimento (DSA), ovvero circa il 2,9% del totale: cifre che hanno riaperto il dibattito sul tema e sulla diffusione del problema.
I DSA nella scuola italiana
L’oramai annuale “fotografia” che il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) fa del mondo della scuola italiana ha portato quest’anno all’emergere di un dato preoccupante e che riguarda un numero significativo di studenti italiani.
In un approfondimento i cui dati sono stati resi noti di recente (oltre che sul sito dello stesso Ministero) si rende infatti noto come, per quanto riguarda l’anno scolastico 2016-2017, siano 254.614 gli alunni e le alunne che presentavano un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, pari al 2,9% della “popolazione scolastica” totale.
La relazione, curata dall’Ufficio Statistica e Studi del MIUR, mette dunque in evidenza un fenomeno in continua crescita anche se ciò è pure dovuto al fatto che c’è una maggiore attenzione nel mondo della scuola a individuare e affrontare i casi di DSA.
I dati nel rapporto del Ministero Andando ad analizzare i dati contenuti nel rapporto e riferiti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado si nota come la più alta percentuale si riferisca agli istituti secondari di primo grado (5,40%).
La percentuale in quelli secondari di secondo grado è del 4,03%, solo l’1,95% nella scuola primaria, mentre in quelle dell’infanzia si parla di un fenomeno irrilevante eccetto qualche caso dubbio.
Il disturbo specifico più frequentemente accertato è invece la dislessia (42,5% dei casi), seguita dalla disortografia (20,8%), la discalculia (19,3%) e infine disgrafia (17,4%). Bisogna ricordare però che alcuni disturbi possono coesistere nello stesso studente.
Inoltre, come accennato prima, il fatto che sia stato registrato un aumento dei casi negli ultimi sette anni (se si fa il confronto rispetto all’anno scolastico 2010-2011) è perché proprio nel 2010 fu introdotta una legge che ha permesso di certificare capillarmente i casi di DSA per individuarli con più consapevolezza e coinvolgendo pure il corpo docente.
Le differenze a livello geografico
Infine, a proposito dei 254mila casi di DSA accertati nello scorso anno scolastico, è pure interessante leggere il rapporto scomponendo il dato a livello regionale lungo tutta la penisola.
Le differenze dal punto di vista territoriale sono comunque abbastanza marcate anche se quel 2,9% del totale degli studenti è comunque ben distribuito in tutta Italia.
Le percentuali più alte di disturbi dell’apprendimento si riscontrano nel Nord-Ovest (4,5%), molto più del Nord-Est (3,3%), del Centro (3,5%) e anche dell’area del Sud (1,4%). Per quanto riguarda invece le singole regioni, a guidare questa particolare classifica sono nel settentrione la Liguria (4.9%) e subito dopo la Valle d’Aosta (4,8%); valori comunque considerevoli anche in Lombardia e Piemonte (4,5% in tutte e due) mentre a chiudere nel meridione ci sono Campania (0,9%) e Calabria (0,7%).
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