Parlare della morte può essere complicato e doloroso a qualsiasi età, trattandosi di un argomento difficile da analizzare dal punto di vista filosofico, religioso, sociale, e può risultare più difficile quando ci troviamo a raccontarla ai bambini.
L’opinione diffusa degli psicologi è che questa tematica va comunque affrontata, seppur con la dovuta dolcezza e delicatezza, e tenendo conto di alcune peculiarità della psicologia infantile.
Come parlare semplicemente della morte ai bambini, senza traumatizzarli o eludere inutilmente l’argomento.
Eludere l’argomento della morte ha come unica conseguenza quello di rimandare continuamente il discorso, generando una percezione di insicurezza, paura ed in alcuni casi anche rabbia nel bambino che non riesce (come accade invece per altre vicende della vita quotidiana) a trovare un punto di riferimento per chiarire le sue incertezze in merito.
Quando sono ancora molto piccoli, e non hanno raggiunto un elevatissimo livello di astrazione, esempi pratici, attuati con l’aiuto di tecniche come lo storytelling, possono risultare di grande aiuto per parlare della morte ai bambini.
Chiaramente l’ideale sarebbe farlo gradualmente, fornendo passo dopo passo piccole e semplici spiegazioni, senza sottrarsi a possibili domande e richieste di spiegazione da parte del bimbo e, soprattutto, senza mentire.
Basilare è ovviamente tenere conto dell’età, del vissuto, delle credenze familiari del bambino, tenendo in massima considerazione la sua soggettività e dialogando con lui senza esporlo a sollecitazioni eccessive o ad argomentazioni troppo complesse.
Come parlare della morte ai bambini: riti ed esempio personale
La nostra cultura, a differenza di quella anglosassone, tende a percepire la morte come l’evento negativo per eccellenza, ad esorcizzarla e temerla. Questa visione cupa, che si rintraccia anche nella teatralità di alcuni funerali, non deve assolutamente essere trasmessa al bambino.
La comunicazione deve avvenire serenamente, nel modo più naturale possibile, e come precedentemente accennato, senza trascurare esempi tangibili. Per questo, a meno che non si tratti di una funzione particolarmente tragica, che potrebbe scioccare e condizionare il bambino, la partecipazione al funerale può essere un rito di passaggio importante.
Piuttosto, molto rilevante è lo stato d’animo che voi come i componenti più stretti della famiglia mostrate al bambino in questa situazione. Da piccoli infatti i bimbi sono particolarmente sensibili alle nostre emozioni ed alla forma in cui le palesiamo.
Pur senza reprimere del tutto i nostri sentimenti, un atteggiamento il più possibile pacato, tranquillo, rassicurante, costituirà un esempio positivo che il bambino porterà con se nella rielaborazione di ciò che è avvenuto.
Aiutare i bambini ad elaborare il lutto positivamente
Da un argomento ostico ad un insegnamento inestimabile e potenzialmente prodigioso, in sintesi è questa la più grande sfida per genitori e psicologi.
Dopo che il processo di conoscenza e presa di coscienza è avvenuto, è fondamentale, tanto per il presente del bambino quanto per eventi simili che possano verificarsi nel prosieguo della sua esistenza, far sì che elabori il lutto in modo positivo e costruttivo.
Una persona può venire a mancare, è nell’ordine naturale delle cose, ma quando ciò accade nulla dei momenti trascorsi insieme, delle sensazioni, degli insegnamenti ricevuti, si perde davvero. Questa strategia, se portata avanti con coerenza e convinzione, non solo sarà di notevole aiuto al bambino nel rapportarsi con una tematica spigolosa come quello della morte, ma sortirà un effetto positivo sulla sua visione della vita e dei rapporti con le persone care.
Assaporare le giornate, le emozioni, le esperienze con le persone amate con totalità e propositività, sapendo che le sensazioni provate saranno per sempre parte della sua vita. Un insegnamento prezioso, per portare il bambino a godere delle gioie della vita con pienezza e serenità, quanto mai indispensabile nella complessa società contemporanea in cui sarà chiamato a crescere.
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