Ci risiamo: anche quest’anno la festa della mamma è (quasi) arrivata e anche questa volta sarà l’ennesima domenica di fiori, bacini appiccicosi e lavoretti creati con maestria, nel senso che sono stati fatti proprio dalle maestre, all’asilo e a scuola.
Qualche dolcetto, svariate carezze e “Ti voglio bene” scritto con mano tremolante in bigliettini serviti insieme al caffè.
Cose belle, bellissime, non fraintendetemi ma se sogno voglio farlo in grande quindi, se penso a cosa davvero vorrei per questa festa della mamma, a me vengono in mente cose grandiose.
Tipo dormire per un giorno intero
O per una settimana. O comunque per tutto il tempo che voglio, come voglio. Senza orari, sveglie artificiali né umane, colazioni da preparare, pannolini da cambiare, “perché” da soddisfare.
Dormire profondamente, con quella spensieratezza e beatitudine che solo prima di diventare mamme si ha.
Cose tipo poter perdere tempo, senza pensare alla stanchezza, al lungo elenco di cose da fare, senza pensare che quel tempo, poi, non si riuscirà più a recuperarlo, assorbite come siamo dalle scadenze e dalle mansioni. Vorrei che fossi percepita come la donna che ero e non come la mamma (di qualcuno) che sono.
Vorrei che la guerra tra madri smettesse di esistere
Che le mamme, tra di loro, si spalleggiassero, tutte dalla stessa parte, che poi è semplicemente quella della sopravvivenza, senza bisogno di puntare il dito l’una contro l’altra.
Vorrei che, incontrando un’altra mamma, non dovessi più ascoltare gli elogi tessuti verso se stessa, il suo metodo educativo, la sua prole e il suo modo di concepire la maternità che sono sempre e in assoluto migliori dei miei. Vorrei che ci si abbracciasse tutte, strette strette, dandosi grandi pacche sulle spalle e vedendo l’una il bello dell’altra. Almeno per un giorno.
Mi piacerebbe moltissimo che nessuna madre si sentisse più giudicata, che nessuna donna si sentisse costretta a fare una scelta perché strizzata nella morsa delle sentenze, di chi spara a zero, di chi si arroga il diritto di sapere che cosa è più giusto per i figli e anche per l’utero, sì anche per l’utero, delle altre.
Che nessuna donna, salendo sulla cattedra della verità, dicesse più ad un’altra donna, madre o non madre non importa, che i figli sono (o non sono) in maniera insindacabile, l’unica ragione di vita. Ecco, questa è una cosa che vorrei davvero per questa festa della mamma, qualcosa che ci renderebbe donne migliori ma che, soprattutto, renderebbe decisamente meno gravoso questo ruolo così infinitamente bello quanto complicato.
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