All’Ikea di Padova un bambino autistico viene lasciato fuori dalla Smaland, l’area giochi riservata ai più piccoli. I genitori decidono di procedere per vie legali.
Il bambino voleva divertirsi nell’area giochi ma l’addetta al controllo gli nega l’accesso
Lo spiacevole evento è accaduto domenica scorsa presso un negozio Ikea di Padova. Una famiglia proveniente da Treviso si è recata nella nota catena di arredamenti per fare acquisti e, sul finire del pomeriggio, i due bambini di 5 e 8 anni hanno chiesto di intrattenersi nell’area giochi Smaland, settore dedicato ai più piccoli e interdetto agli adulti.
Una volta accompagnati i bimbi all’ingresso, i genitori hanno firmato la liberatoria per far accedere i figli nell’apposito spazio e hanno spiegato all’addetta al controllo che uno dei due avrebbe potuto togliersi ripetutamente i calzini antiscivolo (obbligatori alla Smaland) perché affetto da autismo.
La donna però ha dichiarato che le regole non potevano essere infrante, così ha vietato al bambino di entrare, facendolo scoppiare in lacrime.
La famiglia trevigiana si sente vittima di discriminazione e ha sporto denuncia
Andrea, padre del bambino autistico, ha chiesto di poter firmare una seconda liberatoria in cui esonerava lo staff e i gestori Ikea da ogni responsabilità circa l’incolumità del bambino o danni a terzi.
L’addetta però non ha voluto sentire ragioni e, spazientita, ha strappato davanti alla famiglia i consensi per l’accesso all’area giochi.
I genitori del piccolo hanno chiesto in direzione l’identificazione della donna, ma non sono stati accontentati per questioni inerenti alla privacy; sconcertati per simili divieti, hanno scritto un reclamo indirizzato al negozio di Padova e all’Ikea Italia accusando la nota catena di atti discriminatori verso disabili.
Ma non si fermeranno qui. Con l’appoggio di un’associazione no profit dedicata a bambini autistici stanno sporgendo denuncia. L’amareggiato padre del bambino sostiene che al giorno d’oggi simili episodi non dovrebbero mai verificarsi. Ogni bambino ha diritto al gioco e, se ha un problema, dovrebbe essere aiutato anziché allontanato.
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