Come si può sapere dove si trovano i propri ragazzi e localizzarli in modo da non violare la loro privacy? La recente ospitata di Alessia Marcuzzi a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, nella quale ha ammesso di “geolocalizzare” il figlio, ha fatto tornare di moda un tema che assilla mamme e papà.
Sapere dove si trovano i figli
Appostamenti continui, presenza fissa fuori da scuola, passaggi in macchina per sapere dove andavano e, più di recente, telefonate (anche ossessive) per capire quando tornavano: tuttavia, con l’avvento dei social network e la diffusione degli smartphone tra i giovanissimi, per i genitori diventa più semplice, e allo stesso tempo più complicato, controllare i figli e sapere dove sono, soprattutto nel delicato ingresso nell’adolescenza.
Complicato perché, da più parti, oltre al deleterio effetto di indispettirli e metterli in imbarazzo con i loro coetanei, ci sarebbe un problema di privacy che verrebbe lesa e quindi sarebbe opportuno prima chiedere loro il consenso.
Facile, invece, perché tra le molteplici funzioni degli odierni dispositivi c’è anche quella di individuare la posizione di una persona con una altissima precisione grazie ai chip GPS che “dialogano” con i sistemi operativi installati, siano essi Android o iOS.
Ovviamente, c’è sempre l’eventualità che i figli disattivino alcune funzionalità rendendosi, di fatto, irreperibili.
Una app che arriva dal Texas
Tuttavia, oltre a questo “trucchetto” esistono anche della app dedicate espressamente alla famiglia, come TeenSafe e LocatePhone che consentono un tracking molto preciso: per questo motivo sono disponibili solo a pagamento e vanno installate sullo smartphone della persona che si vuole monitorare e col suo permesso.
Invece, arriva dal Texas una curiosa app messa a punto dalla signora Sharon Standifird che, esasperata dal fatto che il figlio Bradley non rispondeva mai alle sue telefonate, ha deciso di porvi rimedio: attraverso “Ignore No More”, questa mamma ha ideato un applicativo che disattiva automaticamente alcune funzionalità dello smartphone dopo due “missed calls”, ovvero due chiamate non risposte.
In tale caso, solo il genitore può ripristinarle se il figlio richiama entro un certo limite di tempo: i più giovani troveranno delle contromisure anche a questo?
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