La David Geffen School of Medicine dell’Università della California ha condotto uno studio sulla psicologia infantile in base al quale i figli risentono emotivamente dei traumi vissuti nell’infanzia dai loro genitori.
I dati dimostrano che il 44% di essi può sviluppare iperattività e più del 50% avere disturbi mentali o psicologici.
Le esperienze negative dell’infanzia si trasmettono di generazione in generazione
Il dottor Adam Schickedanz, coordinatore della ricerca le denomina ACE (Adverse Childhood Experiences) e si riferisce a tutte quelle situazioni dolorose e traumatiche come violenze in famiglia, maltrattamenti, abusi, dipendenze da alcool o stupefacenti che segnano in maniera indelebile l’esistenza di un bambino.
Una volta adulto, inevitabilmente la persona riversa lo stress e l’angoscia ereditate dalla sua infanzia difficile sui propri figli compromettendone in qualche modo l’equilibrio psicofisico.
Su un campione di quasi trentamila bambini Schickedanz e collaboratori non hanno riscontrato alcuna patologia sui fanciulli aventi genitori dal passato sereno, mentre una percentuale di problemi molto alta nei figli con genitori dall’infanzia difficile.
Le madri hanno una capacità maggiore di influenzare negativamente i figli rispetto ai padri
Nello specifico il 44% dei bambini con un padre o una madre dal passato stressante possono diventare iperattivi e più del 50% può avere problemi mentali o disagi psicologici.
Inoltre se i genitori, in passato hanno vissuto almeno quattro traumi infantili, le percentuali di iperattività raddoppiano e quelle relative al disagio psicologico addirittura quadruplicano.
Inoltre i risultati degli studi dimostrano che le madri che hanno vissuto esperienza traumatiche hanno una capacità di influenzare negativamente i bambini molto più elevata rispetto ai padri.
Lo stress emotivo infantile ereditato dalle madri genera in quasi tutti i figli disturbi psico-emotivi, per una percentuale altissima che va dall’84% al 93% del totale.
I papà invece non sembrano avere tutto questo potere condizionante, probabilmente perché non vivono situazioni simbiotiche con il bambino come avviene durante il periodo della gravidanza o durante la fase di allattamento. Se un uomo ha vissuto fino a tre traumi infantili, essi possono anche non generare problemi nei suoi figli; se però il numero di traumi sale a quattro e oltre, c’è il 30% di possibilità che i bambini abbiano disturbi del comportamento o disagi psicologici.
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