La tragedia che ha coinvolto la loro figlia (annegata in una piscina) risale al 12 giugno scorso e solo ora Bode Miller, ex campione di sci, e sua moglie Morgan Beck hanno deciso di parlarne, pubblicando uno straziante post su Instagram e rivolgendo un appello a tutti i genitori.
I coniugi Miller ricordano la loro Emeline
Sono passati più di due mesi dalla morte di Emeline, la bimba di 19 mesi annegata a Los Angeles nella piscina di un amico di famiglia, e Bode Miller ha deciso assieme alla sua compagna, Morgan Beck, di condividere tre toccanti post su Instagram per ricordare quella tragedia e lanciare anche un appello a tutti i genitori su un problema troppo spesso sottovalutato.
L’ex sciatore e la pallavolista statunitensi hanno infatti pubblicato tre foto di Emeline (di cui una nel momento in cui il personale sanitario stava tentando disperatamente di rianimarla), spiegando che l’annegamento è una delle principali cause di morte per i bimbi piccoli e che “il 70% dei casi avviene quando pensate che i vostri figli siano lontani dell’acqua“.
Insomma, i Miller hanno voluto condividere con i propri follower un dolore che non accenna a diminuire, proprio per evitare che in futuro si ripetano casi simili, molto frequenti tra i bimbi di età compresa tra uno e quattro anni. I
l dramma dei bimbi annegati
“Genitori, state attenti” è l’appello di Morgan, ex modella e pallavolista di successo, che in uno dei post conta i giorni che la separano dall’ultima volta che ha avuto la fortuna di abbracciare la sua Emeline: è infatti bastata una piccola disattenzione per far sì che la bimba, nel corso di una festa a casa di amici, cadesse nella piscina e annegasse a dispetto del tempestivo tentativo di rianimarla.
Per questo motivo la moglie dell’ex sciatore ricorda il pericolo che si nasconde nell’acqua per i bambini e invita a prendere tutte le dovute precauzioni (che si tratti di lucchetti alle porte, recinzioni o anche, se possibile, l’installazione di sistemi di allarme) per tenere lontani i propri figli da tutte quelle situazioni di pericolo che si annidano non solo nei pressi della piscina, ma anche negli altri ambienti domestici.
“Nessuno di noi è immune a questa statistica che può cambiarti la vita per sempre” continua la mamma che, assieme al marito, ha lanciato anche una start up che sviluppi tecnologie basate sulle intelligenze artificiali per evitare drammi di questo tipo in piscina.
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