Arriva dalla Polonia una storia di maltrattamenti su bambini davvero raccapricciante. La storia è diventata di pubblico dominio perché l’aguzzina del piccolo, la sua baby sitter, ha pubblicato sui social alcune foto shock, tra cui quella del bimbo di soli 2 anni chiuso nella lavatrice. La donna ora è in arresto e dovrà rispondere dell’accusa di violenza e falso.
Baby sitter accusata di violenza su minore
Al momento la vicenda che riguarda il piccolo Kacper, un bimbo polacco di due anni, ha dei contorni ancora oscuri dato che le forze dell’ordine stanno cercando di appurare i fatti (ed eventualmente le complicità) di tutti i soggetti coinvolti. Quello che è certo è che si tratta dell’ennesima storia di violenze e maltrattamenti sui bambini che sfociano addirittura nel grottesco.
Nel caso in questione, il bambino è stato ripetutamente maltrattato dalla sua baby sitter, che non solo lo ha in più di una circostanza obbligato a fumare, ma lo ha anche messo nel cestello della lavatrice, chiudendo l’oblò, prima di scattargli delle foto e pubblicarle sui social network mentre lui piangeva disperato.
La polizia indaga sulle responsabilità dei genitori
La vicenda è diventata di pubblico dominio e le forze dell’ordine hanno fermato la baby sitter, una persona di fiducia, ma la diretta interessata ha negato ogni cosa: questo nonostante alcuni degli scatti che ritraevano il bimbo terrorizzato avessero già fatto oramai il giro dei social in Polonia e anche dopo che la polizia era entrata in possesso del suo telefono. Nella memoria erano salvate non solo quelle, ma anche altre foto di maltrattamenti, come ad esempio il bambino con una sigaretta in bocca.
Al momento la baby sitter dovrà rispondere di violenza su minore, falso e una serie di altri reati mentre è al vaglio degli inquirenti la posizione dei genitori. I due sembrano completamente all’oscuro della vicenda, ma c’è il sospetto di chi indaga che tutte quelle angherie non sarebbero mai state perpetrate senza la loro complicità. Pur non avendo riportato lesioni, Kacper è apparso ai medici evidentemente traumatizzato, circostanza che i genitori avrebbero dovuto accorgersi.
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