L’influenza ha fatto il suo ingresso nella stagione 2018/2019 proprio in questi giorni, a causa dei primi sbalzi climatici. I medici affermano che i virus hanno già iniziato ad essere in circolo ma non si dichiarano preoccupati riguardo alle previsioni di contagio.
Una stagione non allarmante
Alberto Villani, medico dell’ospedale pediatrico “Bambin Gesù” di Roma, primario del reparto di “Malattie Infettive” parla di una stagione che non dovrebbe essere particolarmente grave anche se dice che fare una previsione precisa e chiara attualmente sia ancora prematuro.
Questo perché vanno considerati numerosi fattori esterni e interni che possono modificare il percorso dei virus influenzali, come ad esempio lo stato di salute individuale, l’utilizzo di cure e terapie preventive oppure le condizioni atmosferiche.
La vaccinazione sembra come sempre la soluzione migliore, soprattutto per i soggetti che vengono considerati più a rischio come gli anziani, i bambini e le perone affette da particolari patologie croniche. L’esperto dichiara che i virus più diffusi per il 2018/2019 saranno quello “A H1N1” e quello di tipo “B”.
I sintomi del contagio
I sintomi non sono da sottovalutare perché possono provocare febbre alta, dolori articolari e muscolari, cefalee e problemi intestinali. Spesso la terapia prescritta prevede la vaccinazione o l’utilizzo di semplici farmaci da banco. La previsione del medico parla di circa un bambino su 4, in età scolastica, sarà colpito dall’influenza. A farne le spese saranno anche bimbi più piccini, compresi i neonati sotto un anno di età. Effettuare visite regolari e controlli potranno aiutare a prevenire l’influenza in modo tempestivo e permetteranno di intervenire più facilmente.
Le previsioni del medico, dunque, parlano di un’influenza che colpirà con un’intensità media ma, come già detto, i fattori che possono modificare la previsione sono tanti. Alberto Villani afferma che il virus farà lo stesso percorso dello scorso anno, partendo da Est sino ad arrivare da noi. Gli spostamenti, i trasporti e i viaggio accelerano il processo di diffusione. L’ideale sarebbe isolare il virus non appena si individua un focolaio. Soltanto così si possono limitare le conseguenze e prepararsi per affrontare il picco che raggiungerà il nostro Paese.
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