In Nepal, fin dal diciassettesimo secolo, è adorata la dea Kumari, una bambina riconosciuta come reincarnazione divina che vive tutta la sua infanzia confinata nella sua dimora circondata da restrizioni e superstizioni.
La selezione della dea Kumari
Esistono delle zone del mondo in cui sono ancora vive tradizioni religione che condizionano fortemente la vita di alcune persone. Il Nepal è uno di questi. In alcune sue città è venerata la dea Kumari, divinità che, secondo la credenza, si reincarna in diverse bambine selezionate specificamente in una particolare casta.
Le Kumari adorate vivono principalmente in tre città: Patan, Kathmandu e Bhaktapur, ma la più importante è più venerata è quella residente a Khatmandu. La selezione non è semplice, la dea viene infatti riconosciuta in una bambina che possiede caratteristiche fisiche particolari, anche se i fattori fondamentali sono essenzialmente che sia bella e che non abbia mai subito alcuna perdita di sangue. È per questo motivo che la bambina viene generalmente sostituita in seguito al primo ciclo mestruale: secondo la credenza la perdita di sangue indica la fuoriuscita della dea dal corpo della prescelta. A livello comportamentale la piccola non deve essere capricciosa e non deve assolutamente piangere. Per valutare questo aspetto, al momento della selezione le bambine vengono sottoposte a prove molto forti e spaventose: quella che rimane impassibile sarà la nuova Kumari.
La vita delle bambine Kumari
La vita di una Kumari non è quella adatta ad una bambina. Trascorre tutto il suo tempo praticamente segregata nella dimora Kumari, uscendo solo durante le apparizioni ufficiali, durante le quali viene trasportata perché i suoi piedi sacri non possono toccare la terra impura all’esterno. Solo persone selezionate possono interagire con lei, nessuno può impartirle ordini, nemmeno i maestri che vengono assunti per la sua istruzione. Il loro compito è semplicemente guidarla e cercare di farla interessare allo studio, proprio perché è lei a decidere.
Una vita di questo tipo è molto negativa per il futuro: quando una dea Kumari perde il suo titolo si ricongiunge alla famiglia d’origine vedendosi negate improvvisamente tutte le riverenza. È quindi poi difficile reinserirsi nel mondo, anche a causa della cattiva istruzione ricevuta. Non solo, ma per una ex Kumari è molto difficile trovare marito essendo diffusa la credenza che il suo sposo troverà la morte sei mesi dopo il matrimonio.
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