Avere un “figlio preferito” è un atteggiamento decisamente poco costruttivo da parte dei genitori: a confermarlo è uno studio condotto dalle ricercatrici Sheri Madigan e Jennifer Jenkins, rispettivamente dell’Università di Calgary e dell’Università di Toronto.
Perché alcuni genitori tendono a “preferire” un figlio?
Se si chiede a un genitore quale sia il suo figlio prediletto è davvero poco probabile che esprima una preferenza: dinanzi a una domanda del genere, infatti, la classica risposta di circostanza è “I figli sono tutti uguali”.
In molte circostanze, tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa: i genitori infatti si pongono in modo diverso nei confronti dei loro figli, tanto da delineare appunto una sorta di preferenza nei confronti di alcuni a scapito di altri.
Secondo le ricercatrici che hanno condotto questo studio, le ragioni alla base di questo comportamento sarebbero svariate.
La ricerca mette in evidenza anzitutto che comportamenti simili sarebbero più frequenti tra i genitori che convivono con dei problemi psicologici, difficoltà finanziarie o che vivono la loro relazione sentimentale in modo poco armonioso o conflittuale.
Le ragioni tuttavia non sono circoscritte alla sola sfera psicologica: anche la genetica avrebbe infatti il suo peso, come confermato dal fatto che per i gemelli omozigoti, ovvero quelli con il medesimo DNA, questo genere di comportamenti da parte dei genitori sarebbero estremamente più rari.
I risvolti negativi di queste predilezioni
Come si può ben immaginare, il fatto che vi sia un “figlio preferito” ha dei risvolti negativi che non riguarderebbero solo il figlio meno amato, ma anche, paradossalmente, quello prediletto, il quale svilupperebbe una sorta di paura di perdere tutte le attenzioni che lo vedono protagonista.
In simili situazioni i figli farebbero fatica a comprendere quali siano le ragioni di un comportamento simile da parte dei genitori e quest’evidente differenza di affetto potrebbe compromettere seriamente il loro rapporto.
Non è affatto escluso, secondo le ricercatrici, che i figli che hanno vissuto tali disparità possano allontanarsi in modo significativo anche in età adulta.
Alla luce di questo, come si può ben immaginare, le ricercatrici Sheri Madigan e Jennifer Jenkins raccomandano ai genitori di prestare attenzione, magari evitando di evitare di fare, in presenza dei figli, dei discorsi che ne sottolineano le differenze.
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