Abbiamo ricevuto in redazione una mail di Mariangela, che condivide con noi la sua storia, affinché altre persone trovino la stessa forza di reagire.
“Sono Mariangela, ho 34 anni. Da quando ho 20 anni, a causa di una distrofia muscolare, sono sulla sedia a rotelle.
All’inizio non è stato facile, pensavo che la vita mi avesse tolto tutto, che nulla avesse più un senso. Ma dopo tutto, ho cercato di andare avanti, in cuor mio sapevo che per me c’era in serbo un disegno più importante, qualcosa di bello che doveva accadere e questo non mi ha mai fatta scoraggiare.
Un giorno una mia cara amica mi costringe a iscrivermi su facebook: dopo pochi mesi mi arriva una richiesta d’amicizia da un ragazzo, col quale inizio a chattare. Il suo nome è Tiago, un mio coetaneo, brasiliano d’origine e veneziano d’adozione. Dopo circa un mese decide di venire a conoscermi.
Quel giorno ebbe inizio la nostra storia d’amore.
Tiago ha stravolto la sua vita, ha cambiato città, dicendomi che l’unico posto che lo rendesse felice davvero era stare al mio fianco. Tiago ha cambiato anche la mia di vita.
Nonostante la mia malattia, la distanza, i pregiudizi, ci siamo amati al primo sguardo e dopo qualche anno da fidanzati abbiamo coronato il sogno di diventare marito e moglie nel luglio del 2012. Il mio desiderio era anche un altro: quello di diventare mamma.
Dopo aver portato a termine varie indagini genetiche per escludere che un futuro bambino potesse “ereditare” la mia malattia, nel 2014 arrivarono le risposte: i nostri futuri figli nasceranno sani!
L’anno successivo la prima gravidanza non va come sperato. Ancora una volta la vita mi aveva messa alla prova e io ancora una volta non gliel’ho data vinta.
È nell’estate del 2017 che arriva la felicità vera e propria: il test di gravidanza è positivo! Non mi sono mai pentita di quella scelta, ad ogni ecografia ero sempre più ansiosa di conoscere quella che al quinto mese abbiamo scoperto ufficialmente fosse una bambina. Una gravidanza perfetta, non ero mai stata cosi bene come in quei mesi, a differenza di ciò che si potesse pensare!
A 36 settimane e 5 giorni, però, vengo ricoverata e mi viene fatto un cesareo d’urgenza: la nostra bimba è nata all’ 1e29 di notte, e pesava soltanto poco più di due chili…ma stava bene, entrambe stavamo bene.
Non desidero un paio di gambe nuove, non mi serve guarire dalla mia malattia, mia figlia è tutto ciò di cui ora ho bisogno, mi completa e con lei sono rinata. Ora ho capito che quel disegno che il futuro mi aveva riservato aveva il viso di mia figlia, era lei quel qualcosa di bello che dopo anni sarebbe piombato nella mia vita, e finalmente la colorasse. Il desiderio di diventare mamma è stato più forte di ogni paura. Quando ho deciso di essere mamma non ho visto ostacoli ma solo un unico grande traguardo che mi ha portata dritta a lei, mia figlia, l’essenza della mia vita, il mio arcobaleno, il mio miracolo.
Spero di raccontare la mia storia per dare coraggio e speranza a quelle persone che decidono di arrendersi, perché bisogna lottare sempre per i propri sogni, tentare e ritentare, fino a che non si realizzano”
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