I disegni sono per i bambini il principale veicolo di comunicazione, e possono essere utilizzati per comprendere stati emotivi, spesso inconsci, che i più piccolo non riescono o non vogliono esprimere a parole.
Il significato dei disegni dei bambini
I disegni dei bambini hanno sempre significati profondi e anche un semplice scarabocchio può dire molto sul bimbo che l’ha tracciato.
Per i bambini i disegni sono un’importantissimo metodo di comunicazione, che utilizzano già prima di imparare a scrivere e anche di parlare. In un disegno un bambino può mettere tutta la propria serenità o il proprio disagio, che non sa come altrimenti esprimere.
I colori utilizzati sono importanti ed hanno un significato del tutto particolare. I toni scuri e soprattutto il nero indicano ad esempio una sensazione di disagio o una difficoltà nella vita del bambino. E’ importante però mettere in guardia i genitori sul trarre conclusioni affrettate giudicando i disegni del proprio piccolo.
Interpretare i segni e i colori
Ovviamente se i genitori non hanno competenze psicologiche e grafologiche non dovrebbero azzardare ipotesi e terapie di fronte ad un disegno realizzato con toni cupi e scuri.
È innegabile però che questa abitudine, se ripetuta, può indicare uno stato di disagio o di un cambiamento percepito negativamente dal piccolo.
Il consiglio più importante da dare ai genitori è di non preoccuparsi prematuramente, ma cercare di dialogare con il proprio bambino per capire se qualcosa non va. Potrebbe trattarsi semplicemente dell’inizio della scuola, di un trasferimento, una malattia o una delusione, mentre è necessario un parere esperto e qualificato per diagnosticare disturbi più gravi.
Il colore nero nei disegni dei bambini
L’abitudine ad utilizzare solo colori scuri può essere un campanello d’allarme che indica problemi di vario genere, che vanno poi indagati ulteriormente, e non è di per sè una diagnosi univoca.
È poi necessario ricordare che questi meccanismi inconsci valgono fino agli 8-10 anni, dopo di che il disegno diviene più consciamente una rappresentazione, anche se per forza di cose sempre soggettiva, della realtà, per cui perdono quella connotazione inconscia che hanno per i bambini più piccoli.
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