Molti bambini vivono le vacanze come un periodo ancora più colmo di impegni rispetto alla normale routine scolastica, e tale eccessiva ed esasperata programmazione potrebbe impedire di scoprire quello che in realtà suscita in loro interesse e partecipazione.
Troppi impegni in vacanza non sono produttivi
Non appena chiusi i portoni delle scuole, quasi subito i bambini si sono trovati coinvolti in numerosi impegni: dai campi estivi alle lezioni di nuoto, dai laboratori di teatro alle gare di pittura.
Un surplus di stimolazioni che ha lo scopo di evitare la noia, ma che in realtà non fa altro che sollecitare in maniera esagerata le menti già stanche dei piccoli che hanno appena terminato un anno scolastico.
Secondo numerose ricerche scientifiche, un’eccessiva programmazione durante il periodo canonico delle vacanze non solo non è necessaria ma può addirittura diventare dannosa.
Infatti il bambino ipersollecitato perde di vista quello che realmente gli interessa, nel tentativo di assolvere a tutti i compiti extra-scolastici che gli vengono proposti ( o imposti) durante l’estate.
Secondo la psicologa inglese Lyn Fry, nell’infanzia lo sviluppo intellettivo presuppone anche una corretta gestione del tempo libero da parte del bambino.
Se tale situazione non si verifica e se tutte le giornate vengono programmate in maniera quasi maniacale, i piccoli non sono in grado di occupare in maniera utile il loro tempo libero.
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L’importanza della noia
La psicologa infantile sottolinea inoltre come la noia non debba essere considerata unicamente come un’attitudine negativa, ma anzi contribuisca a sviluppare gli stimoli interni e la creatività del bambino.
Già nel 1993 era stato analizzato il ruolo fondamentale della noia per lo sviluppo psicologico dei piccoli da parte dello psicanalista Adam Phillips, convinto che annoiarsi potesse rappresentare un’importante conquista.
Stare senza fare nulla può offrire al bambino l’opportunità di fermarsi a riflettere per contemplare la vita piuttosto che venire travolto da essa. Il concetto secondo cui la noia non è tempo sprecato, ma al contrario consente di giungere alla consapevolezza che il tempo deve essere speso nel migliore dei modi, rappresenta uno dei fondamenti della psicologia infantile.
Anche il filosofo Bertrand Russel aveva affermato, nel suo trattato sulla conquista della felicità (The Conquest of Happiness), che la psiche del bambino si sviluppa meglio quando viene offerta la possibilità di rimanere indisturbata e senza troppi stimoli.
Come organizzare vacanze “noiose”
Un suggerimento della dottoressa Fly è quello secondo cui, prima delle vacanze, genitori e figli decidano insieme come programmare il tempo disponibile, stilando un elenco di tutto quello che si potrebbe fare (e non fare).
Tra le differenti opportunità, infatti, dovrebbe essere contemplata anche la noia, vissuta come intervallo creativo tra le attività prescelte e come pausa utile per consentire al bambino di programmare il proprio tempo libero nella maniera più produttiva possibile.
In un mondo frenetico e iperconnesso, riscoprire il valore del riposo e della lentezza è un toccasana per mente e spirito. E quale occasione migliore di una vacanza per lasciarsi andare al flusso naturale del tempo?
Godere delle piccole gioie: una passeggiata nella natura, un pranzo in famiglia sotto il sole, un libro all’ombra di un albero. Sono questi i momenti che creano i ricordi più felici. Inoltre, scattare foto di questi attimi di spensieratezza può aiutarci a riviverli e a ritrovare la serenità.
La noia non è da temere, ma da accogliere come un’opportunità per staccare dalla routine e ricaricare le batterie. Possiamo dedicarci ad attività tranquille e creative, come leggere, scrivere o suonare uno strumento.
Soprattutto per i più piccoli, la vacanza deve essere un’occasione per divertirsi in modo sano e spensierato. Un genitore che propone al figlio un film da guardare, un libro da leggere o un luogo da visitare ha già fatto il suo dovere. La spensieratezza è preziosa per la crescita e la formazione.
Ricordiamolo: le vacanze sono fatte per rilassarsi e rigenerarsi, non per accumulare esperienze da sfoggiare sui social. Abbandoniamo l’ansia da prestazione e lasciamoci guidare dal ritmo naturale del tempo, riscoprendo il piacere della noia e il valore dei piccoli momenti di felicità.
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