Secondo uno studio realizzato all’Università di Harvard i neonati piangono per attirare l’attenzione dei genitori evitando, fra le altre cose, che possano concepire un concorrente.
I bambini piangono per evitare fratellini?
I neonati piangono per attirare e monopolizzare l’attenzione dei genitori. Sanno che in questo modo richiameranno papà o mamma e li avranno tutti per loro, pronti a consolarli.
Si tratta ovviamente di un meccanismo inconscio, che secondo un recente studio realizzato ad Harvard sarebbe un retaggio evolutivo. La selezione naturale ha portato i bambini molto piccoli a piangere per attirare l’attenzione dei genitori, in modo da impedire loro, fra le altre cose, di concepire pericolosi concorrenti.
L’allungamento del periodo di allattamento al seno potrebbe anche allontanare il ritorno della madre alla fertilità, quindi anche questo sarebbe un meccanismo per scongiurare l’arrivo di un fratellino in tempi brevi e godere di un trattamento esclusivo prolungato.
Piangere per attirare l’attenzione
Spesso i neonati piangono non per manifestare un disagio, ma un reale bisogno di contatto, e ottengono in questo modo l’attenzione di uno dei uno dei genitori.
Ancora molto piccoli, i bambini si rendono conto che appena piangono vengono presi in braccio, coccolati e consolati. Questa sorta di programmazione evolutiva fa sì che i bambini, ovviamente in modo inconscio, tendano a monopolizzare l’attenzione dei genitori.
I pianti notturni stancano mamma e papà che, in questo modo, mettono da parte almeno temporaneamente l’idea di concepire altri bambini.
Secondo quanto emerge da questo nuovo studio in pratica l’evoluzione ha favorito i bambini più “piagnucolosi”, che ottengono così un periodo più lungo di esclusività di attenzione e un trattamento che si potrebbe definire “qualitativamente migliore”.
L’evoluzione ha favorito i bambini che, con il pianto, aumentano il periodo di allattamento. In questo modo potrebbe anche aumentare la durata del periodo di infertilità della madre e si allontana il rischio di avere fratellini minori che devino l’attenzione dal neonato.
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