L’ospedale Regina Margherita di Torino si conferma ancora una volta ad un alto grado di eccellenza. Solo pochi giorni fa l’equipe del dottor Carlo Pace Napoleone ha infatti effettuato un trapianto di cuore ad un bambino di 3 anni, salvandogli la vita.
Il piccolo paziente viveva da 18 mesi all’interno dell’ospedale dopo che gli era stato innestato un cuore artificiale.
Un trapianto che salva la vita
Il bambino dopo 18 mesi di attesa è stato sottoposto al trapianto dopo che si è reso disponibile un cuore a Bergamo, che grazie all’efficienza dell’elisoccorso del 118 è stato trasportato sollecitamente all’ospedale torinese dove il piccolo si trovava nel reparto di cardiochirurgia pediatrica.
Fin dalla nascita il bambino era in pericolo di vita, a causa di una forma molto grave di cardiopatia dilatativa. Il primo intervento per cercare di salvargli la vita era stato l’impianto di un cuore artificiale, intervento riuscito, ma che richiedeva una degenza continua ed il monitoraggio in ospedale. Le condizioni del piccolo paziente al momento del trapianto non erano ottimali, ma l’equipe del Regina Margherita ha portato a termine l’intervento con grande professionalità ed ora il bambino si trova nel reparto di terapia intensiva.
Solo successivamente potrà essere portato nel reparto della normale degenza e poi a casa propria. Il cuore artificiale che ha battuto nel petto del bambino per 18 mesi è del tipo Berlin Heart, ed è l’unico che può essere impiantato in un bambino così piccolo. In questi 18 mesi è stata molto importante anche l’assistenza che sia i dottori che il personale infermieristico hanno dato al piccolissimo paziente facendolo sentire come a casa.
I ringraziamenti dei genitori
La madre del piccolo ha voluto ringraziare tutti per questo intervento ed in particolare i genitori del bambino che pur avendo perso un figlio hanno voluto compiere un atto di estrema generosità.
L’importanza della donazione di organi è stata sottolineata anche da Carlo Pace Napoleone, il dottore che dirige l’unità cardiochirurgica pediatrica torinese, e che ha personalmente eseguito l’intervento.
Le sue parole “Donare gli organi è importante e noi lo possiamo testimoniare”, confermano come l’unica possibilità di salvarsi per i piccoli pazienti sia la donazione, In Italia, ha continuato il dottore, sono 70 i bambini nella lista di attesa in ogni anno e i 18 mesi sono il tempo medio nel quale si riescono ad eseguire gli interventi.
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