Meridian, Idaho. Una festa di compleanno organizzata da tempo, inviti spediti da settimane. Nel giardino di casa Larsen tutto è pronto per ricevere bambini di nove, dieci anni. È una bella giornata, il sole splende alto in cielo, ci sono snacks a torte, trampolino e giochi gonfiabili, sono state organizzate attività e animazione.
Eppure, pochi bambini si presentano alla festa. Alcuni avevano detto di no, solo uno o due avevano accettato, ma tutti gli altri avevano lasciato il piccolo festeggiato, Christian, nove anni, nel silenzio e nel dubbio.
La colpa di Christian? Essere un bambino autistico. Durante l’anno scolastico, numerose sono state le difficoltà di Christian nel relazionarsi coi compagni di classe, e il bambino è rimasto isolato e incompreso. Ma un piccolo grande gesto ha risollevato l’animo di Christian e ha dato una svolta inaspettata alla festa.
Un grande gesto ricco di umanità
Pochi giorni prima della festa infatti, un amico di mamma Lindsay aveva letto della festa su Facebook, in un post in cui Lindsay lamentava della mancanza di risposte ai suoi inviti. Realizzando che pochi si sarebbero presentati, causando il disappunto del piccolo festeggiato, questo amico ha esteso l’invito alla squadra di footbal locale. Quando i giocatori di football si sono presentati alla festa, Christian non ha saputo trattenere l’emozione.
Emarginazione e mancanza di empatia
Purtroppo, sebbene la festa sia stata salvata dalla presenza a sorpresa della squadra di football, il fatto che un numero considerevole di bambini non abbia nemmeno risposto all’invito, fa riflettere su quanto la paura del diverso sia ingrediente quotidiano nel modo di rapportarsi con persone autistiche, soprattutto se pensiamo che i genitori di questi bambini hanno senza dubbio contribuito a tale isolamento. L’empatia andrebbe insegnata sin da piccoli, ma per essere in grado di passarla ai nostri figli, dobbiamo possederla noi adulti in primis.
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