Ad un anno dallo scoppio dell’epidemia dell’ebola nella Repubblica Democratica del Congo arrivano i dati allarmanti dell’UNICEF. È raddoppiato il numero dei bambini che restano orfani a causa di questa malattia.
Ebola in Congo, i bambini vedono morire i loro genitori
L’epidemia dell’Ebola che da circa un anno ha colpito il Congo non solo continua a mietere vittime ma sta distruggendo intere famiglie e creando migliaia di orfani.
A raccontarlo sono i recenti dati raccolti dall’UNICEF, da sempre in prima linea dove i bambini soffrono.
È lo stesso rappresentante dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo, Edouard Beigbeder, a raccontare come il numero di bambini rimasti orfani a causa dell’ebola stia crescendo proporzionalmente alla diffusione della malattia stessa.
I bambini della Repubblica Democratica del Congo assistono alla morte di uno o di entrambi i genitori, spesso si devono prendere cura dei fratelli più piccoli affrontando le discriminazione e tutto ciò che ne consegue. In evidente aumento anche il numero di minori che contraggono l’ebola.
Le province dell’Ituri e del Nord Kivu sono quelle in cui il fenomeno è davvero allarmante.
Il quadro illustra una grave emergenza, per questo motivo l’UNICEF chiede che il mondo rivolga la sua attenzione verso questa straziante situazione.
L’insostituibile aiuto dell’UNICEF in Congo
L’UNICEF si impegna all’nterno delle comunità per offrire diagnosi tempestive e rispondere alle necessità dei bambini che restano soli.
Tra gli operatori non solo medici e infermieri ma anche psicologi che aiutano i bambini congolesi, attraverso un’assistenza personalizzata, a rielaborare i gravi lutti che sono costretti a vivere, diffondendo una cultura che allontani i pregiudizi nei confronti di chi contrae l’ebola e dei propri famigliari.
Il responsabile dei programmi di protezione dell’infanzia dell’UNICEF in Congo, Pierre Ferry, spiega come le discriminazioni sociali all’interno delle comunità siano un male grave quanto l’ebola.
L’UNICIF opera ni siti in cui l’epidemia è più diffusa e monitora ogni singolo caso in modo che nessun bambino resti solo e indifeso.
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