Il fallimento di una banca svizzera di “staminali” mette in crisi molte famiglie
La notizia del fallimento della Cryo Save Italia, una banca con sede in Svizzera per la conservazione delle cellule staminali, è stata accolta con viva preoccupazione da moltissime famiglie italiane che avevano affidato ai suoi forzieri la conservazione delle sacche con i cordoni ombelicali dei loro figli.
Una conservazione che teoricamente doveva durare 20 anni e garantire la disponibilità di queste cellule che sono fondamentali per curare malattie gravi come i tumori del sistema immunitario e altre del midollo osseo, ma dal mese di agosto scorso queste sacche sono sparite e non se hanno notizie.
Un fallimento prevedibile
La società svizzera aveva iniziato ad operare in questo settore con un modello commerciale “molto accattivante”, proponendo alle famiglie dei costi che non potevano essere sufficienti alla gestione della struttura, puntando sull’acquisizione di nuovi clienti secondo quello che viene chiamato abitualmente “schema Ponzi” con i nuovi incassi che andavano a coprire i costi per il mantenimento in vista della struttura e la conservazione delle sacche, che veniva garantita per 20 anni.
Bioscence Institute, per bocca del suo amministratore delegato, Giuseppe Mucci, aveva da tempo denunciato la situazione di alcune società operanti in questo campo, facendo presente che senza la corresponsione, da parte delle famiglie, di un canone annuale, i costi da sostenere avrebbero ben presto superato le entrate.
Lo stesso Mucci ha dichiarato che qualora non fosse possibile recuperare le circa 15mila sacche di sangue la perdita sarebbe gravissima, causando l’impossibilità di utilizzarle per le applicazioni cliniche che sono state sviluppate nel corso degli ultimi anni.
Il fallimento della Cryo-Save Italia decretato dal “Tribunale di Roma”
Dopo la notizia del fallimento le famiglie italiane non sono state in grado di avere delle notizie da parte della società, e secondo alcune voci, la maggior parte delle sacche sarebbero state portate proprio in Svizzera. Prima del fallimento, nel mese di giugno, diverse famiglie hanno ricevuto una comunicazione e-mail della Cryo Save Italia, nella quale venivano messi a conoscenza che i campioni contenuti nelle sacche sarebbero stati trasferiti, mediante un subappalto, ad una società polacca, la Pbkm, che ha sede a Varsavia e collegata alla FamiCord Italia.
IMPORTANTE:
Sul fronte della necessaria rassicurazione delle tante famiglie italiane purtroppo toccate da questa vicenda, la FamiCord non è abilitata a contattarle direttamente, in ragione delle stringenti normative sulla privacy: sono le famiglie stesse che possono già mettersi in contatto con la FamiCord, attraverso un link dedicato già attivo sul sito dell’azienda, e saranno quindi ricontattate al più presto per ricevere tutte le informazioni del caso.
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