I neopapà possono incontrare numerosi problemi sul lavoro: dopo la nascita di un figlio ci si aspetta che le loro prestazioni lavorative non calino, nonostante gli impegni famigliari in aumento.
Stress, superlavoro e privazione del sonno
I neopapà subiscono un notevole carico di stress, spesso senza usufruire del congedo parentale per permettere alla neomamma di sfruttarlo appieno in prima persona. Dave Edwards è un giovane papà australiano che ha addirittura perso il lavoro dopo la nascita del figlio. Nonostante lo stress, la costante preoccupazione per la compagna a casa con il piccolo e la stanchezza accumulata, i datori di lavoro di Dave si aspettavano che in ufficio le sue prestazioni rimanessero inalterate.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Edwards nessuno al lavoro si è mai informato sulle sue condizioni o su come andassero le cose a casa.
Semplicemente ci si aspettava che le cose in ufficio continuassero come prima, mentre la vita di Dave era stata letteralmente ribaltata da un neonato che piangeva costantemente.
Neopapà lavoratori
La situazione di Dave Edwards è degenerata fino a portare al suo licenziamento. Secondo molte ricerche i neopapà faticano a fare accettare la loro nuova condizione, e le loro nuove necessità, ai datori di lavoro.
Mentre il fatto di diventare mamma è socialmente considerato un evento che sconvolge la vita, dai neopapà ci si aspetta che ritornino sul posto di lavoro come se nulla fosse.
Stress, preoccupazioni e notti in bianco ad agitare la culla devono restare fuori dalla porta dell’ufficio o della fabbrica, e la nuova condizione famigliare raramente è accettata come giustificazione per un calo di rendimento. In realtà gli uomini possono soffrire quanto le donne per l’arrivo di un piccolo, evidenziando patologie come attacchi d’ansia, stress post-traumatico e depressione. I problemi si potrebbero semplicemente risolvere chiedendo al neopapà come si sente e cercando di venire incontro alla sua situazione, ma questo in molti posti di lavoro no avviene ancora.
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