Due bambini e due papà accomunati dallo stesso destino. Adesso la lettera del genitore pisano che si rivolge al papà catanese: “Conosco quel buio”.
Bimbi dimenticati e morti in auto
L’ingegnere Daniele Carli, padre che nel maggio del 2018 andò a lavoro lasciando la figlia Giorgia in auto senza accompagnarla all’asilo, si rivolge con una lettera commovente al papà di Leonardo, che anche lui ha dimenticato il figlio per 5 ore sotto al sole.
“All’amico di Catania voglio dire soltanto di lasciarsi abbracciare dalla moglie, dai familiari, dagli amici, da tutta la comunità. Di raccogliere quelle mani tese. Io lo so quello che prova: è caduto in un pozzo buio, profondo e gelido”.
Queste le parole del genitore pisano, ai tempi indagato con l’accusa di omicidio colposo e poi prosciolto grazie ad una perizia medica che attestò un’amnesia dissociativa temporanea. Carli, in buona sostanza, sarebbe stato colpito da una sorta di black out che gli avrebbe fatto completamente dimenticare che la piccola Giorgia fosse chiusa in auto. La procura di Pisa da chiesto l’archiviazione del caso e la difesa il proscioglimento, proprio in considerazione di quanto emerso dalla perizia. Il processo si è concluso con una pronuncia di non luogo a procedere.
“Si può risalire” dichiara il papà di Giorgia
Carli prosegue il messaggio al padre catanese scrivendo “Quest’uomo, questo amico deve però sapere che si può risalire, raccogliendo proprio quegli abbracci e quelle mani tese. Deve farlo con calma, senza fretta ma così riscoprirà che si può tornare a vivere”.
Allo stato attuale anche il papà di Leonardo è indagato per omicidio colposo. La tragedia consumata in Sicilia riapre l’acceso dibattito sul tema dei servizi di sicurezza per i bambini. Esistono tante misure per evitare drammi del genere, come i seggiolini dotati di alert, anche se mancano specifici decreti attuativi.
Queste vicende sono servite almeno in Toscana. Grazie all’attento lavoro svolto dalla giunta regionale l’obbligatorietà del badge per verificare la presenza negli asili è oggi una realtà. “Se questa legge ci fosse stata nel maggio 2018, la mia Giorgia oggi sarebbe viva”, queste le parole di Carli in un’intervista rilasciata al Tirreno.
Il pensiero di quella drammatica giornata torna costantemente nella mente di Carli, che tenta ancora di recuperare serenità grazie al supporto della moglie, della figlia Lavinia e della piccola Lucrezia nata dopo l’accaduto. “La famiglia e gli amici sono stati fondamentali. Mi sono sentito di dare questo sostegno all’amico di Catania ricordandogli quello che è successo a me e anche l’evoluzione che c’è stata. Volevo metterlo a conoscenza che un percorso è possibile”, prosegue Carli.
Cosa può fare adesso questo disperato papà catanese? Daniele Carli spiega “Non deve essere lasciato solo. Né lui si deve abbandonare. Sarebbe pericoloso”.
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