La Turchia vieta ai minori le Storie della buonanotte per bambine ribelli: avrebbe un effetto dannoso sulla mente dei ragazzi

In Turchia non sarà più consentito ai bambini leggere il bestseller dal titolo “Storie della Buonanotte per Bambine ribelli“.

Secondo il Consiglio turco per la protezione dei minori dalle pubblicazioni oscene il libro, che racconta le biografie di donne esemplari, “può avere un’influenza dannosa” sulle menti dei più giovani e dovrà esserne vietata la vendita ai minori e l’esposizione in libreria.

Libro vietato in Turchia

Un libro amato dai bambini di tutto il mondo in Turchia sarà pertanto trattato allo stesso modo del materiale pornografico. Dalla sua pubblicazione nel 2016 grazie ad un crowdfounding, il libro delle scrittrici italiane Elena Favilli e Francesca Cavallo è stato un vero e proprio caso editoriale: in vetta alle classifiche dei libri più venduti, è stato tradotto in 47 lingue ed è presto diventato uno dei libri più letti dai ragazzi di tutto il mondo. Le cento biografie di donne, da Rita Levi Montalcini a Malala Yousafai, da Florence Nightingale a Frida Kahlo e Anna Politoskaja, sono raccontate come fiabe moderne, che combattono gli stereotipi di genere, sostituendo le tradizionali principesse con donne geniali e coraggiose, che hanno realmente inciso nella storia.

Nelle intenzioni delle autrici il libro vuole fornire modelli femminili positivi che siano da ispirazione per le bambine, insegnando loro che possono diventare ciò che vogliono. Resta dunque da capire cosa nel libro abbia destato preoccupazione nel governo di Erdogan tanto da spingerlo a quest’atto di censura. L’autrice Francesca Cavallo, che si è detta amareggiata dalla decisione delle autorità turche, ha commentato che “quando un governo è spaventato da un libro per bambini che promuove l’uguaglianza, ciò significa che la promozione di questi messaggi attraverso la letteratura per l’infanzia può avere e sta avendo un impatto” e si dichiara ancora più motivata a combattere la disuguaglianza e la discriminazione.

Indignata anche la reazione della associazione degli editori turchi, che giudica questa decisione “un pericolo per la libertà d’espressione e di stampa e una minaccia ai principi della società democratica”. Si dice invece preoccupato per il futuro della propria figlia di cinque anni Murat Celikkan della Human Rights Association di Istanbul, il quale afferma che la decisione di proibire il libro mostra la mentalità del governo turco che considera pericolose le donne “che hanno superato gli ostacoli di un mondo dominato dagli uomini”. Che il tema dell’uguaglianza delle donne sia avvertito come temibile e destabilizzante in alcuni paesi tanto da mettere in atto provvedimenti di censura deve farci riflettere sulla strada ancora da percorrere per un mondo privo di discriminazioni e sulla necessità di piccoli-grandi libri che ci insegnino ad essere ribelli.

 

 

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