Si parla molto in questi giorni di un’idea che arriva dalla Finlandia volta a migliorare la qualità della vita dei lavoratori puntando sull’aumento del tempo da dedicare ai propri passatempi o alla famiglia. L’idea è di Sanna Marin, eletta premier ad appena 34 anni diventando il Primo Ministro più giovane del mondo.
Dalla Finlandia un nuovo modello di produttività
La premier finlandese, prima di entrare in carica, avrebbe twittato qualcosa circa la possibilità di prevedere un orario lavorativo più flessibile, dove sarebbero previste 6 ore al giorno spalmate su 4 giorni, per un totale di 24 ore a settimana.
Secondo Sanna Marin, le persone dovrebbero avere più tempo libero da passare con i propri cari perché, oltre al lavoro, esistono tanti altri aspetti nella vita. “Non siamo persone che vivono per lavorare, ma lavoriamo per vivere” afferma la premier.
Lo stipendio dovrebbe rimanere invariato, perché secondo Sanna oggi la tecnologia permette alle aziende di recuperare le ore perse in cui i dipendenti non hanno lavorato. Al contrario, infatti, ridurre il tempo in ufficio, garantirebbe un incremento della produttività.
Attualmente in Finlandia la media del tempo trascorso a lavoro è di circa 30 ore settimanali. E l’idea di ridurre l’orario a 24 ore settimanali era già arrivata quando ancora la Marin era Ministro dei Trasporti e della Comunicazione ed era stata presa in considerazione anche dal precedente premier Ritte, che aveva dichiarato di voler approfondire l’argomento. In Svezia sono circa 2 anni che è stata inserita la giornata lavorativa di 6 ore ed i risultati sono stati estremamente positivi con dipendenti e lavoratori più felici e, di conseguenza, più produttivi.
La settimana corta sperimentata in Giappone
La riduzione delle giornate e delle ore lavorative è un esperimento recentemente provato anche dall’azienda Microsoft in Giappone. L’azienda americana ha testato la settimana “corta” attraverso l’iniziativa “Work Life Choice Challenge” rivolta ai 2.300 dipendenti di Tokyo. L’idea è nata con la volontà di migliorare la qualità della vita. Da questo esperimento è nata anche la voglia di promuovere il weekend lungo con uffici chiusi il venerdì, il sabato e la domenica. Il test è durato tutto il mese di agosto 2019 e sono stati valutati pregi e difetti.
I risultati sono stati molto positivi. L’azienda di Redmond, infatti, durante il periodo sperimentale ha visto un aumento della produttività del 40% rispetto ad agosto 2018. L’incremento è molto significativo abbinato anche ad una riduzione delle tempistiche di alcune fasi dei processi lavorativi (come la durata delle riunioni, ridotte a massimo mezz’ora).
Oltre all’aumento della produttività, l’azienda ha visto una riduzione dei costi fissi come quelli legati all’energia elettrica (scesi del 23%) o al consumo di carta, diminuito più della metà. Inoltre, a tutto questo, si sono aggiunti i feedback entusiasti dei dipendenti. Quasi la totalità di essi (92%), infatti, ha ampiamente apprezzato la settimana lavorativa “corta”.
La riduzione delle ore e dei giorni lavorativi, dunque, sembrerebbe avere un effetto positivo sia per le aziende che per i lavoratori dipendenti come dimostrato da Paesi come la Svezia ed il Giappone. In Italia per ora ci sono solo sporadici casi di aziende lungimiranti che adeguano gli orari di lavoro alle esigenze della famiglia.
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