In una società che, ancora oggi, mostra segni di intolleranza legata al colore della pelle, alla provenienza geografica dei genitori, o al background culturale delle proprie tradizioni, l’Unicef promuove una campagna importante e, al tempo stesso, divertente. Si chiama Io come Tu e ha lo scopo di prendere in giro il razzismo.
Giocando con le parole, l’Unicef vuole cercare di renderle inoffensive. Tutti sono invitati a “metterci la faccia” e riconoscere la propria razza. Ma attenzione! Non si tratta delle razze che potreste pensare. Si può scegliere tra “razza di citrulli”, “razza di canaglie” e “razza di birbanti”. Sì, perché anche solo a pensare che una razza sia diversa dall’altra, merita tali appellativi.
Io come Tu ribadisce il diritto alla non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono, studiano e crescono in Italia.
Inoltre, si impegna sul fronte del riconoscimento della cittadinanza e dei diritti ad essa legati. Perché tutti sono uguali di fronte alla vita e di fronte alla legge.
Quello del razzismo, infatti, è un problema ancora attuale. Gli insulti discriminatori sono purtroppo all’ordine del giorno, nelle scuole, per strada e nei luoghi pubblici. Quello delle seconde o addirittura delle terze generazioni (cioè i figli degli immigrati) che, nate in Italia, non hanno diritto alla cittadinanza, è un problema reale che, a lungo andare, merita di trovare una soluzione.
E allora, che aspetti? Prendi anche tu in giro il razzismo e corri a votare.
Il video della settimana