Ai genitori capita di osservare situazioni in cui uno dei figli picchia il fratellino o ha una inattesa reazione aggressiva: si tratta di un atteggiamento frequente nei bimbi di 3-4 anni di età e che nasconde motivazioni più profonde di un semplice bisticcio. Proviamo a spiegare perché un bambino picchia il fratello più piccolo e quale è l’approccio giusto per intervenire.
Perché picchia il fratellino?
Non è raro che i genitori si trovino di fronte a situazioni in cui uno dei figli picchi il fratellino, specie se si parla di bambini di 3-4 anni: quello che stupisce le mamme e i papà è la mancanza di segnali e l’improvvisa reazione aggressiva del bimbo che si scaglia contro il fratello.
Nonostante il piccolo non manifesti sentimenti di rabbia o gelosia (agendo quasi per divertimento) vi sono delle motivazioni più profonde che vanno capite senza allarmarsi: infatti vostro figlio sta cercando di comunicarvi un suo bisogno ed è travolto da emozioni che non sa gestire.
Come spiegano gli esperti il rimprovero o intimargli di non picchiare il fratellino non basta ma va cercato un approccio comunicativo in sette passi.
“Riconoscere” le emozioni negative
Quando uno dei fratellini picchia l’altro non si trasforma in un mostro ma sta facendo i conti con emozioni ancora ingovernabili come quelle che riguardano la rivalità per entrare nelle grazie dei genitori.
Per fare breccia nel suo cuore è necessario un approccio in sette passi, insegnandogli a “riconoscere” i sentimenti negativi e spiegandogli che anche lui è degno di amore.
Il primo passo è trascorrere del tempo con lui: basta mezz’ora al giorno facendolo sentire al centro dell’attenzione e mostrandogli che ci divertiamo in sua compagnia.
Il secondo passo consiste nel farlo ridere della sua aggressività, giocando alla lotta coi cuscini o facendolo sfogare con dei giocattoli in modo che esprima le emozioni negative che lo terrorizzano.
Il terzo passo prevede di consolare prima il fratellino che piange ed evitando di punire l’altro per poi aiutarlo invece a capire da dove deriva la sua rabbia.
Incoraggiare il legame tra fratelli
Il quarto step è il più delicato: fare in modo che la rabbia (e le paure che questa nasconde) si tramuti in lacrime. Bisogna immaginare cosa sta provando in quel momento il bambino e immedesimarsi nella sua gelosia per il fratellino. “Per te è difficile avere un fratello più piccolo nella nostra famiglia?” si può domandare, stimolandone la rabbia e facendo sì che riveli i sentimenti repressi; successivamente gli si spiegherà che la sua ira è giusta, scusandoci se non abbiamo capito prima le sue emozioni e abbracciandolo se si scioglie in un pianto liberatorio.
Il quinto e il sesto passo consigliano ai genitori rispettivamente di elogiare gli atteggiamenti positivi del bimbo nei confronti del fratellino e di incoraggiare il loro legame attraverso giochi o attività che li coinvolgano assieme.
Infine il settimo e ultimo passo riguarda gli stessi genitori: è importante proteggere i figli senza colpevolizzarli dopo un litigio, condividendone le responsabilità e spiegando al maggiore che è colpa nostra se l’abbiamo lasciato da solo col fratellino e che ora l’aiuteremo.
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