Andrea Dondi, psicologo, si è interessato alle esperienze, ai pericoli, alle responsabilità e alle paure che vivono quotidianamente i siblings, i fratelli di bambini con disabilità.
Mentre nella quotidianità il termine siblings significa fratelli, in campo medico viene proprio utilizzato per distinguere gli individui con sviluppo tipico dai loro fratelli con disabilità e patologie gravi.
Un aiuto ai siblings e ai loro genitori
Avere un fratello o una sorella con disabilità è una situazione complessa in cui si intrecciano le esperienze e i sentimenti più diversi che vanno dalla condivisione e dalla responsabilità fino alla rabbia e alla paura.
I siblings, così si definiscono questi bambini chiamati dalla vita a dover affrontare questo carico, hanno bisogno che i loro genitori, per ovvie ragioni spesso più dediti al figlio disabile, imparino a conoscerli e a comprenderli.
L’intera famiglia, secondo Dondi, deve imparare a gestire insieme questo percorso. Un figlio disabile, che necessita di accudimento continuo, cure e accompagnamenti, rende difficile concedere spazio anche agli altri figli. Per questa ragione l’esperienza di crescita dei siblings è faticosa e frequentemente costretta in una condizione che chiede costantemente di essere indipendenti, comprensivi e responsabili. In pratica dei piccoli adulti che, non di rado, oltre a possedere uno sguardo unico sulla disabilità e a vivere un’esperienza decisamente ricca sotto questo aspetto, rischiano però di dover fare i conti con la paura del futuro e con la solitudine.
Siblings, bambini con un’esperienza diversa
La letteratura sull’argomento è scarsa e proprio dai genitori dei siblings è partita la richiesta di un aiuto, specialmente considerando che le normali relazioni fraterne rappresentano una condizione utile per i bambini e per i loro sviluppo in ambito sociale. Nel medesimo modo per i figli unici la frequentazione di coetanei si rivela indispensabile.
Ma i siblings rappresentano un universo a parte. Avere fratelli e sorelle è l’esperienza affettiva famigliare che accompagna più a lungo nella vita, si condivide, oltre al patrimonio genetico, anche tutto il vissuto in un periodo dell’esistenza in cui si cresce e si diventa quel che si sarà da adulti. E proprio questo è il punto che differenzia i siblings dalle altre situazioni. Anche rispetto ai loro genitori, che prima della nascita del figlio disabile non si sono mai confrontati con la disabilità, i siblings lo fanno da bambini e senza condivisione di crescita comune coi fratelli.
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