Sembra quasi il copione di un film horror e invece è pura e cruda realtà quello che succede in Cina alle donne uigure, costrette ad abortire e a farsi sterilizzare.
Il governo di Pechino sta portando avanti una campagna di sterilizzazione nella provincia di Xinjiang per frenare la crescita della popolazione di origine uigura, minoranza musulmana che vive nella parte nord occidentale della Cina.
Donne cinesi costrette alla sterilizzazione e ad abortire
Un grazie doveroso va al ricercatore tedesco Adrian Zenz che per primo ha denunciato questo orrore: ha scoperto l’esistenza di campi di internamento per gli uiguri e, inoltre, che la popolazione uigura è tenuta sotto controllo costantemente dalla polizia da parte delle autorità cinesi.
Il governo di Pechino impone alle famiglie uigure di non superare la soglia di due figli obbligando le donne a subire interventi chirurgici di sterilizzazione e cure per bloccare l’ovulazione.
Per le donne che si oppongono, è obbligatoria la reclusione in campi di internamento. Una violenza psicologica inaudita a cui non ci si può credere. Ma la cosa più sconcertante e agghiacciante e che appena le donne arrivano in età fertile vengono sottoposte a visite ginecologiche obbligatorie.
La speranza è tutta riposta nella legislazione internazionale
Adrian Zenz ha voluto far sapere al mondo intero che la Cina sta commettendo un reato gravissimo e inaccettabile. Si tratta di genocidio demografico.
Per fortuna qualcosa comincia a muoversi e infatti, un gruppo abbastanza assortito di legislatori appartenenti a quasi tutte le nazioni del mondo ha chiesto l’apertura di un’indagine che verificherà se il governo di Pechino si è macchiato di crimini così tanto crudeli contro l’umanità nella regione dello Xinjiang.
Si spera al più presto che la giustizia faccia il suo corso e che queste povere donne violentate della loro dignità trovino subito un po’ di serenità e pace. La speranza è tutto riposta in una ricerca fatta dall’analista tedesco in cui conferma che le nascite nella popolazione uigura tra il 2017 e il 2018 sono diminuite notevolmente.
Il video della settimana