Educare all’integrazione sociale si può! É questa l’idea alla base del cortometraggio animato, nato per iniziativa della fondazione Ian e basato proprio sulla storia del piccolo Ian, un bambino che all’età di 9 anni è stato colpito da un’aggressiva patologia che ne ha gradualmente compromesso le capacità motorie e di linguaggio.
La battaglia di Ian, prosegue con un cartone animato per parlare ai bambini
L’educazione alla diversità deve partire fin dall’infanzia e per parlare ai più piccoli è importante utilizzare linguaggi semplici e leggeri. Per questo la Fondazione presieduta da Sheila (madre di Ian) ha voluto realizzare un breve corto animato per parlare al cuore di grandi e piccoli.
Generato alla creatività di Gaston Gorali, il cartone diretto da Abel Goldfarb e prodotto da Juan José Campanella, ha visto la luce e ha fatto il giro del mondo commuovendo e scuotendo le coscienze di quanti hanno avuto modo di vederlo.
‘Ian’, un corto per essere uniti contro la discriminazione
Con grafica animata questa produzione mostra un bimbo come gli altri che gradualmente vede compromesse le suo funzionalità motorie. La patologia colpisce in una maniera inizialmente impercettibile e al piccolo cade semplicemente un bicchiere mentre è con i suoi amici.
La malattia, che diviene sempre più aggressiva, è rappresentata attraverso un linguaggio simbolico e mostra i peggioramenti di Ian che può vedere i suoi amici solo grazie a sua madre che lo conduce da loro con l’aiuto della sedia a rotelle.
Ma il cuore del corto non è rappresentato dalle sofferenze del bimbo, ma dalla capacità dei suoi amici di accettarlo e integrarlo nel gruppo.
Per i ragazzi, la sopravvenuta disabilità non è infatti un problema, ma uno strumento per reinventare il rapporto con il loro compagno e trovare nuovi modi di stare insieme.
Il corto ha avuto grande successo e ha emozionato adulti e giovanissimi con un messaggio di speranza e integrazione sociale che deve essere diffuso in tutto il mondo a beneficio di chi soffre e di quanti hanno l’opportunità di scoprire che anche nella diversità si cela l’opportunità di scoprire risorse inaspettate.
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