Le scuole dovrebbero riaprire i battenti il 14 settembre ma con i contagi in continuo aumento non mancano le preoccupazioni. Se i figli vengono messi a casa in quarantena perché a scuola si riscontrano contagi, ecco come sarà possibile organizzare lo smartworking per i genitori.
Lo smartworking viene prorogato
Durante il periodo di lockdown sono state inoltrate il 76% di richieste da parte delle donne per poter accedere al congedo parentale Covid-19 che è stato messo a disposizione mediante il Decreto Cura Italia. In questo modo i genitori potevano occuparsi dei figli, seguendo anche la didattica a distanza.
Il congedo parentale Covid-19 però termina il 31 agosto mentre il 14 settembre, stessa data dell’inizio delle lezioni in classe, finirà anche lo smart working per chi ha figli con età inferiore ai 14 anni.
Dinnanzi al numero di contagi giornalieri in aumento continuo è ipotizzabile pensare che alcune scuole chiudano poco dopo, al primo caso di contagio verificato. Chi si prenderà cura quindi dei figli che dovranno stare a casa in quarantena?
I dati che arrivano da uno studio condotto dall’Università Bicocca di Milano sono allarmanti: una mamma su tre già sta già pensando di lasciare il proprio impiego nel caso in cui si debba tornare a seguire le lezioni da casa.
Ecco perché si pensa di prorogare ulteriormente lo smart working perlomeno fino al 15 ottobre, stessa data in cui terminerà lo stato di emergenza nazionale.
Chi ha diritto allo smart working
I lavoratori nella pubblica amministrazione potranno usufruire del lavoro da casa fino al 31 dicembre 2020 mentre i lavoratori del settore privato hanno la possibilità di richiederlo mediante procedura semplificata fino al 15 di ottobre ma non sarà accettato in automatico.
Se le scuole verranno chiuse il genitore dovrà richiedere al datore di lavoro la possibilità di accedere allo smart working ma la domanda potrebbe essere rigettata a sua discrezione.
Non basterà che le mansioni svolte possano essere fatte anche da casa, com’è fino al 15 settembre, ma dovranno anche essere compatibili con le esigenze specifiche dell’azienda stessa.
Lo smart working non può essere richiesto da chi sta usufruendo di Naspi, cassa integrazione o qualsiasi altra forma di sussidio per il lavoro.
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