Il lavoro dei baby influencer francesi, ogni giorno alle prese con la creazione di post online, contenuti multimediali ed attività di condivisione, viene considerato come lavoro minorile.
A dirlo, sono stati i rappresentanti del Parlamento d’oltralpe che dopo lunghi anni di studi di settore hanno deciso di tutelare chi è al di sotto dei sedici anni e svolge già un’attività lavorativa, introducendo degli aggiusti alle normative in vigore. I ricavati non potranno più essere spesi o conservati dai genitori, ma andranno ai diretti interessati, non appena avranno compiuto almeno 16 anni di età.
Guadagni online, lavoro minorile e attività delle banche
Gli sforzi di buona parte dei politici francesi sono stati finalmente accolti all’unanimità, dopo che si sarebbero verificati alcuni casi in cui i genitori avrebbero beneficiato dei ricavi dei propri figli minorenni, ingiustamente. Tutto ciò che riguarda il guadagno in rete viene quindi messo sotto la lente d’ingrandimento da parte delle banche. Queste, coadiuvate da team di esperti nel settore, avranno cura di conservare gli introiti dei minori, per poi restituire tutto quando bambini e ragazzi alle prese con il lavoro minorile avranno raggiunto i 16 anni d’età.
Bruno Studer e la decisione del parlamento francese
La decisione all’uninamità da parte del Parlamento francese è giunta dopo che Bruno Studer, personalità politica da anni impegnata nella tutela del lavoro svolto dai cosiddetti “kid influencer”, ha finalmente fatto valere le sue intenzioni, stendendo e diffondendo un testo normativo efficace, ad effetto e completo sotto ogni punto di vista. Grazie a lui e a tanti altri suoi collaboratori, l’azienda che voglia impegnare un minore nell’ambito di un lavoro da svolgere interamente o in parte su internet, deve avere l’autorizzazione dai vertici locali. Un passo in avanti, quello della Francia intera, in materia di tutela dei minori che mai prima d’ora si era verificato nelle realtà locali.
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